Colpo di mano sull’IMU: la tassa diventa “permanente”

Doveva essere una misura temporanea – triennale, fino al 2015 – anzi era semplicemente un provvedimento correttivo per far fronte alla crisi, in versione modificata rispetto alla tassa già prevista dal governo Berlusconi, che sarebbe dovuta entrare in vigore a partire dal 2014. Ma l’Imposta Municipale Unica – il tributo più discusso dei 16 mesi del governo di Mario Monti – ora diventa “permanente”. Uno degli ultimi atti dell’esecutivo tecnico sarà proprio l’addio ufficiale all’Imu. Del resto le indicazioni erano state chiare. Bankitalia e Corte dei Conti avevano parlato chiaro: senza la ex Ici servirebbero nuove entrate. La risposta è stata data con una modifica del Documento di programmazione economica e finanziaria (il Def del 22 aprile, vedi a fine articolo) operata, senza troppa pubblicità, dal ministero del Tesoro. Nella vecchia versione del Documento si prevedevano due diversi scenari dal 2015 – anno, in teoria, dell’addio all’Imu – con relativo impatto sul livello di indebitamento netto: uno secondo cui l’attuale regime sperimentale dell’odiato balzello era temporaneo e l’altro che prevedeva la prosecuzione della tassazione.

Nell’integrazione del governo salta quindi il primo scenario, come del resto, scrive l’Huffington Post, ha ammesso questa sera, ascoltato in audizione, il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli: “l’Imu è sperimentale non per dire c’è o non c’è, non perché si cancella”. “Fare aggiustamenti – ha detto – è nelle prerogative del governo e del parlamento, ma l’imu è la fonte di finanziamento delle autonomie locali”. La cosa importante, ha spiegato “è che non spariscano nel nulla entrate programmate”. Il che vuol dire che da provvisoria diventerà probabilmente permanente e, in ogni caso, anche se il Parlamento optasse per l’abolizione dovrebbe trovare da qualche altra parte quei 16 miliardi garantiti dall’Imu, necessari per il pareggio di bilancio.

DEF 22 Aprile 2013

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25 Aprile 2013