Chiude la scuola alberhiera in carcere, Sasso: «detenuti danneggiati due volte»

Dopo 15 anni chiudono le classi alberghiere all’interno dell’istituto di reclusione di Alghero. Il commento del Presidente di Iniziativa Futura, Francesco Sasso

Chiude il corso alberghiero effettuato all’interno della  Casa di Reclusione “Giuseppe Tommasiello” di Alghero. L’ufficio scolastico regionale ha infatti cancellato le classi che dal 2000 erano attive all’interno dell’istituto di reclusione e che non raggiungono il numero minimo di studenti. Sulla chiusura del corso Ipsar è intervenuto il Presidente di Iniziativa Futura Francesco Sasso: «Come associazione culturale non possiamo che rammaricarci della notizia della chiusura del corso alberghiero presente all’interno della Casa di Reclusione “Giuseppe Tommasiello” di Alghero. La nostra Costituzione all’art. 27 comma 3 recita: “«Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».

«Il fine della pena è, come sancito dalla nostra Costituzione, quello di rieducare chi ha commesso un reato dandogli la possibilità di riscattarsi dopo aver pagato il suo debito con la giustizia. Se un’esperienza positiva come il corso professionale I.P.S.A.R. viene cancellato per la dura legge dei numeri – spiega Francesco Sasso – dobbiamo constatare che la nostra Costituzione non è più la legge fondamentale del nostro paese alla quale anche chi ci governa dovrebbe fare riferimento».

«Inoltre con la perdita di questo corso all’interno della Casa di Reclusione i detenuti vengono danneggiati due volte poichè grazie alla qualifica conseguita con il corso professionale potevano accedere al beneficio previsto dall’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario (Lavoro Esterno) mettendo in pratica quanto appreso. Ad uscirne sconfitta non è solo la nostra città ma l’intero paese. Mi auguro – conclude Sasso –  che tutta la classe politica cittadina si mobiliti per evitare che il corso venga chiuso e per garantire quella dignità che il nostro ordinamento prevede anche per coloro che sono reclusi».

19 Maggio 2015