Ceci n’est pas un train: il treno Alghero-Sassari è un’opera surrealista

Due giorni fa ho letto sul blog di Ignazio Caruso un brillante post dove si parlava del treno Alghero-Sassari. Le parole di Ignazio rendono davvero l’idea del disagio che ogni giorno questo mezzo di locomozione porta a tutti gli utenti che lo utilizzano.

Così mi sono fermato a riflettere, per capire meglio la questione. Ed ecco, forse ho trovato la soluzione. Dipende tutto dal punto di vista, dal modo in cui guardiamo le cose.

In realtà, il treno Alghero-Sassari non è un vero treno: è un’opera surrealista. 

Sulle prime ho pensato fosse una conclusione un po’ affrettata, così ho continuato a rifletterci su. Ma con il passare del tempo questo pensiero ha continuato a rafforzarsi: tutti gli elementi vanno a suo favore.

Il treno Alghero-Sassari è bizzarro, eccentrico e suggestivo, come un’opera di Dalì.

È estraneo alla realtà, come un quadro di Magritte.

Sfiora l’illogico, come i lavori di Max Ernst.

Ha forme astratte e allucinate che distorcono il realismo di tutti i giorni, come la pittura di Mirò.

È fuori da ogni ragionevole controllo, come teorizzato da André Breton.

Ora mi spiego tutto. Mi spiego tutte le esperienze ai confini della realtà che ho vissuto salendo su quel treno.

Il freddo polare d’inverno e il caldo soffocante d’estate. I ritardi quasi quotidiani. L’odore di carburante. I finestrini bloccati. I sedili logori. L’assordante rumore di ferraglia.

È tutto perfettamente organizzato come una grande performance artistica finalizzata a provocare visioni mistiche in ogni passeggero. Performance che trova l’apoteosi a Luglio e Agosto, quando capita di viaggiare sigillati dentro carrozze roventi con i finestrini chiusi e senza impianto d’aria condizionata.

E noi che per tutto questo tempo non abbiamo capito nulla.

Per anni abbiamo cercato di utilizzare questa grande opera d’arte come un banale mezzo di locomozione, senza riconoscerne il valore reale.

Quel treno non è un treno, come questa pipa non è una pipaNon puoi chiedergli di arrivare in orario, di tenerti al caldo d’inverno e al fresco d’estate, di essere silenzioso o confortevole. Lui non è un vero treno: è un’opera surrealista. Salendovi proverai esperienze lisergiche, al di là della percezione quotidiana. Sarai scosso da violenti brividi di freddo nei mesi invernali, bollirai come un’aragosta durante l’estate, mentre i vapori emessi dalla carrozza ti procureranno allucinanti visioni.

La tratta Sassari-Alghero non è un viaggio, è un trip. E quel treno non è un treno, è una storica opera d’arte.

E come le storiche opere d’arte, va tutelata e sistemata in un museo.

Per questo, per favore, toglietelo da lì: sostituitelo, e date alla comunità un treno normale.

Basta viaggi surreali e ritardi raccapriccianti. Centinaia di persone hanno bisogno ogni giorno di un treno normale, che le porti a scuola, all’università o al lavoro senza ritardi o condizioni indecenti, che diventano umilianti. E, per favore, fate subito: quel treno ha più di 50 anni, non se ne può più.

Ps: Secondo voi, com’è il treno Alghero-Sassari? Ditelo su Facebook e Twitter con l’hashtag #iltrenoè

Claudio Simbula, giornalista pubblicista e blogger.
Appassionato di musica, social media, innovazione, creatività. Ah: ho sempre fame
www.iosperiamoche.it

2 Dicembre 2013