«Caro Valbonesi, il Parco di Porto Conte ha radici molto profonde»

L'opinione di Riccardo Paddeu, ex Delegato LIPU-BirdLife Italia di Alghero

Ho deciso di prendere mouse e tastiera per esporre pubblicamente il mio disappunto rispetto a quanto letto in questi giorni relativamente alle polemiche nate a seguito della selezione per il direttore del Parco Regionale di Porto Conte. Certo della correttezza delle procedure del concorso, non voglio entrare nel merito delle strumentalizzazioni che sono state poste in essere solo per interessi puramente propagandistici e/o politici da parte di qualcuno.

Mi interessa invece difendere il nostro Parco, un Parco Regionale, un Parco che noi algheresi abbiamo la fortuna di avere nel nostro territorio e che non sarà certamente il primo ma nemmeno l’ultimo dei parchi esistenti in Italia. Un Parco che ha dimostrato, attraverso un lavoro lungo e faticoso, di avere delle radici molto profonde. Un Parco nato grazie al lavoro incessante di alcune Associazioni di protezione ambientale, WWF, Società Sarda di Scienze Naturali, Italia Nostra, LIPU e per ultima, in ordine temporale, Legambiente.

A tal proposito suggerisco, a chiunque possa essere interessato, di approfondire le proprie conoscenze sul nostro territorio e sulle attività del Parco leggendo il bellissimo libro intitolato “Il Parco Naturale di Porto Conte ”che racconta, appunto, il percorso avviato nel 1999 – data della sua istituzione.

Alghero è una città di mare, è una città di cultura, è una città aperta e, proprio per questo, i cittadini algheresi non hanno difficoltà alcuna ad accogliere i consigli, purché disinteressati e costruttivi, che possono arrivare da chicchessia, sul futuro del Parco. Tuttavia da algherese posso dire che sono disposto ad accogliere qualsiasi suggerimento, ma non lezioni, solo se, per davvero, non vi sia come finalità quella di mettere in cattiva luce il Parco. Non sono affatto convinto, infatti, che in questo mare di polemiche per davvero non ci sia da parte di qualcuno l’ambizione a ricoprire ruoli nel Parco.

Il nostro è un Parco certamente di modeste dimensioni, che conserva valori molto importanti e per il quale vi è una visione gestionale ed ambientale molto chiara. Se oggi questo Ente è una realtà viva e fortemente radicata nel tessuto sociale algherese e sardo lo si deve al proficuo lavoro di tutti coloro che in questi anni hanno lavorato con abnegazione e competenza e si sono impegnati per arrivare ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti, tranne di quelli che non vogliono vedere.

Dunque, se fosse vero che, come dice il Dott. Valbonesi, in Italia quasi nessuno sa dell’esistenza del Parco di Porto Conte non capiamo come mai egli stesso “che ama la Sardegna per mille ragioni”, avrebbe voluto concludere la sua carriera professionale con un incarico di direzione operativa in un Parco ”sconosciuto” e nei confronti del quale, egli è prevalentemente critico.

Sappiamo molto bene che i parchi sono prima di tutto uno strumento di conservazione della natura, di divulgazione dei valori ambientali e di promozione territoriale; ed è proprio per questo che chi ha responsabilità di gestione deve avere una visione chiara di come raggiungere tali obiettivi. Ritengo che, solo chi ha solide competenze tecnico-scientifiche, possa percorrere tale strada. Se è vero che gli incarichi politici non necessariamente si devono conciliare con professionalità tecniche è anche vero che per i ruoli direzionali è, a mio avviso, indispensabile la competenza tecnica specifica oltre che dirigenziale. Ma questa ormai è già un’altra storia.

Noi siamo molto fieri del nostro Parco, riponiamo in esso molte aspettative, pur sapendo che i problemi economici della nostra città non potranno essere risolti esclusivamente dal Parco. Una cosa è certa, la nostra fiducia non è certamente legata alle risorse provenienti dalla Regione o dal Comune in quanto quelle regionali sono sempre più esigue e quelle comunali sono inesistenti.

Non è affatto vero che, come asserito qualcuno “tra finanziamenti e progetti europei, Il Parco, ha un badget importante, di gran lunga superiore ai parchi regionali –continentali-”. E’ vero tuttavia che grazie alla lungimiranza del Dott. Gazale e al contributo di uno staff che si arricchito di importanti professionalità si è riusciti a reperire fondi attraverso la partecipazione a bandi regionali, nazionali ed europei.

Se dunque, il Parco oggi è quello che è, se il parco oggi può guardare avanti per migliorare e crescere lo si deve a tutti coloro che in questi lunghi anni hanno lavorato con competenza e abnegazione per il suo sviluppo.

Forse il Dott. Valbonesi non è al corrente di tutte le progettualità che il parco ha realizzato e stia continuando a realizzare. In particolare, per quanto riguarda l’educazione ambientale vorrei ricordare a chi l’avesse dimenticato, che grazie al progetto Ceamat, nel 2009 il Centro di educazione ambientale del Parco è stato tra i primi undici centri ad essere stato accreditato dalla Regione Sardegna.

Purtroppo “ la vicenda Parco di Porto Conte” è un capro espiatorio per coloro che in realtà non sono riusciti ad andare oltre le proprie personali aspettative.

Riccardo Paddeu, 21 Febbraio 2016