Capo Caccia, sfregio eolico: la Commissione Ambiente dice no al progetto “Sardinia NorthWest”

Mulas: “Pronti alle barricate. La Sardegna non è una colonia da sfruttare”

Si alza un muro istituzionale contro il mega progetto eolico offshore “Sardinia NorthWest”, promosso dalla società italo-svedese Avenhexicon, che prevede l’installazione di 54 pale eoliche su un’area marina di 382 km² al largo di Capo Caccia, nel cuore della Riviera del Corallo.

A guidare l’opposizione è Christian Mulas, presidente della Commissione consiliare Ambiente e Area Marina Protetta di Porto Conte e Capo Caccia, che ha definito il progetto come uno “sfregio paesaggistico, ambientale ed economico” e ha annunciato una mobilitazione istituzionale:

“Siamo pronti alle barricate. Userò tutti i mezzi leciti e istituzionali per impedire questo scempio. Non permetteremo che la Sardegna, Alghero e Capo Caccia vengano trattati come una colonia da sfruttare”.

Per affrontare la questione, Mulas ha convocato una riunione urgente congiunta con la Seconda Commissione Urbanistica, presieduta da Emiliano Piras, alla quale saranno invitate anche le principali associazioni ambientaliste, rappresentanti della marineria, attività produttive legate al mare, l’assessore regionale all’Urbanistica Francesco Spanedda e gli assessori comunali Corbia e Selva.

Oltre all’impatto ambientale e paesaggistico, secondo la Commissione il progetto è anche illegittimo, poiché ricade all’interno di una zona marina protetta, soggetta a vincoli ambientali rigidi. La recente Legge Regionale 20/2024 vieta l’installazione di impianti eolici entro le 12 miglia nautiche dalla costa, e la Regione ha stabilito che gli impianti offshore debbano sorgere ad almeno 24 miglia nautiche, fuori dalla visuale dei punti panoramici costieri.

“Non è la prima volta che mi oppongo a progetti simili: già nel 2022, durante la precedente amministrazione, ci siamo battuti contro proposte analoghe. Oggi, come allora, difendiamo il nostro territorio”, ha ribadito Mulas.

Il progetto prevede 27 torri alte oltre 300 metri, un cavidotto sottomarino fino ad Alghero e la trasformazione di un’area marina “grande quanto 38.200 campi da calcio” in una zona industriale.

Secondo Mulas, l’iniziativa viene imposta dall’alto, senza coinvolgimento delle istituzioni locali né valutazioni condivise:

“Denunciamo un metodo autoritario. Nessun confronto, nessuna condivisione. Solo danni per il territorio e nessun vantaggio per la comunità”.

La Quinta Commissione Ambiente ha espresso un no secco e inequivocabile al progetto e annuncia la presentazione di un ordine del giorno condiviso al prossimo Consiglio Comunale.

Nel mirino anche il coinvolgimento dei Comuni di Sassari e Porto Torres, per creare un fronte istituzionale compatto contro un progetto giudicato “devastante”.

“L’ambiente non si svende. Il mare non si svende. Il paesaggio non si svende. E soprattutto, la dignità di un popolo non si svende. Siamo pronti a tutto per difendere Capo Caccia, Alghero e la Sardegna intera”, ha concluso Mulas.

7 Settembre 2025