Borsa, cosa salvare e cosa dimenticare del 2020

È stato un anno molto particolare sotto tutti i punti di vista, uno di quelli che verrà ricordato a lungo e non certamente per questioni positive. La pandemia ha inciso in modo diretto sui mercati finanziari, in particolare su quello azionario che è da sempre legato a doppio filo a tutto ciò che succede intorno.
Il 2020 per le borse è stato un anno difficile che nei 12 mesi ha portato ad una perdita del 6,5%: un dato enorme, anche se paradossalmente meno grave di quello che ci si poteva attendere soprattutto dopo che, lo scorso inverno, questo nemico si era affacciato anche nel nostro paese portando gli analisti finanziari a sbilanciarsi in previsioni catastrofiche.
In sostanza mai così male negli ultimi anni, ma visto il quadro di riferimento sarebbe potuta andare anche peggio. Non tutto è da buttare quindi, anche perché proprio a causa del Covid si è assistito alla ascesa di molti titoli sul mercato delle azioni, che in un altro contesto probabilmente non sarebbero potuti emergere.

L’ascesa in Borsa del mondo del Web

Cosa salvare quindi, dal punto di vista dei mercati borsistici, in questo travagliato 2020 che finalmente si è chiuso? Prima di tutto la crescita di quello che ruota attorno al mondo del web: i colossi di internet hanno registrato affari d’oro nell’anno appena conclusosi, anche a livello di quotazione in Borsa.
Una tendenza così marcata che brand come Amazon, Google, Apple, Facebook, tutti rigorosamente quotati in Borsa, sono diventati molto appetibili e consigliati a chi abbia necessità di mettere al riparo i propri soldi su titoli certi. Il virtuale che supera il mondo reale e diventa, messo a paragone, molto più sicuro: una sorta di acrobazia che mai in passato ci si sarebbe potuti aspettare.
Sempre legato al discorso della rete internet e del comparto degli investimenti vi è poi la questione dell’approccio multimediale ai mercati borsistici: ovvero, la possibilità di
investire in Borsa online. Un tema particolare che aveva suscitato l’acquolina in bocca a tanti investitori già da qualche anno, ma che il 2020, sempre a causa della sua particolare curva discendente, ha ulteriormente acuito.
Attenzione quindi a questa novità che negli ultimi mesi dello scorso anno è diventata di pubblico dominio, andando ad includere al proprio interno un pubblico sempre più ampio. Il futuro potrebbe essere, per la Borsa, sempre più di matrice multimediale. Se i nostri nonni ed anche i nostri genitori erano soliti rivolgersi a promotori finanziari fisici, banche e quant’altro, le future generazioni potranno fare tutto da soli grazie all’intermediazione di piattaforme virtuali presenti in rete. Altra eredità di questo 2020 così funesto.

4 Gennaio 2021