Antonio Cardin: Proroga E-on, uno schiaffo alla Sardegna

“Leggo con stupore i vari articoli di stampa con cui diversi esponenti politici, annunciano, con enfasi e soddisfazione, la proroga concessa alla multinazionale tedesca E.on a tutto il 2014 per la costruzione del 5° gruppo a carbone nella centrale di Fiumesanto.
Una notizia che viene letta e annunciata in una chiave trionfalistica e che invece, secondo il mio modesto parere, andrebbe esattamente letta al contrario. Si tratta infatti dell’ennesimo schiaffo al nostro territorio, della ennesima certificazione della pochezza e incapacità della nostra classe politica sarda che guida regione e territorio, una classe politica che si distingue solo per la sigla di appartenenza ma non certo per i suoi contenuti”.

Esordisce cosi il consigliere comunale del Psd’Az sassarese Antonio Cardin che da una lettura opposta a quella che numerosi esponenti politici del territorio vogliono far passare. “Dopo aver subito l’inquinamento del territorio- continua il consigliere- dopo aver subito l’inquinamento del nostro mare, dopo aver subito l’inquinamento delle nostre spiagge, dopo aver concesso la costruzione dei vari impianti di fotovoltaico, dopo aver subito i licenziamenti e la distruzione delle aziende che vivevano dall’indotto di Fiumesanto, appena è arrivata la speranza alimentata dalle multinazionali cinesi che chiedevano, si informavano e muovevano i primi passi (in maniera seria e ufficiale) per costruire loro una nuova centrale al posto del 5° gruppo appannaggio di E.on che facciamo? Festeggiamo per la concessione di questa proroga, ringraziamo ed elogiamo alcuni parlamentari per il lavoro svolto per aver ottenuto “l’elargizione” di questa ennesima proroga. Anziché chiedere i danni, costringere E.on a risarcire il territorio per il danni subiti a causa del grandissimo ritardo concediamo altri 14 mesi di proroga…oltre al danno la beffa”. E dunque Cardin non ci sta e non comprende come si possa far passare questo sgarro perpetrato a danno dei sardi, che per anni hanno subito vessazioni esterne, danneggiando il territorio e rimandendo appesi ad un filo per una rete economico-lavorativa che ormai si è spezzata. “E se nel frattempo i cinesi trovassero altre interessanti proposte di insediamento e costruzione di altre regioni?-si chiede Cardin- E se ne frattempo, vista la crisi che attanaglia tutti i territori, altre regioni elaborassero proposte per insediamenti industriali economicamente più allettanti? E se dopo gli ennesimi 14 mesi E.on non rispettasse nuovamente gli accordi?”

“Non è questa la sede per entrare nel merito della giustezza delle scelte industriali ed energetiche fatte-conclude- ;non è in questa sede che entro nel merito del futuro della produzione energetica della Sardegna ma, ciò nonostante, non credo che nessun sardo possa esimersi dal sentirsi derubato, violentato e defraudato dalla E.on e dalla politica regionale sarda che governa la Sardegna e dal governo nazionale che continua imperterrito a trattarci come servi”.

12 Settembre 2013