“Alghero svenduta”: la maggioranza resta fuori dal Consiglio Metropolitano di Sassari
L'Avv. Sasso attacca dopo l'elezione del Consiglio Metropolitano di Sassari: "Cedimento ai soliti giochi. Chi governa spieghi la rinuncia alla rappresentanza".

La recente elezione del Consiglio Metropolitano di Sassari si è conclusa con un risultato che lancia un’ombra inquietante sul futuro di Alghero: la maggioranza di governo della città resta senza rappresentanza nel nuovo organo decisionale. Un esito che, secondo l’Avv. Francesco Sasso, non è frutto di una mera casualità, ma di una vera e propria “resa politica” che pesa come un macigno sul destino del territorio. Nonostante un potenziale bacino di 16 voti della sua maggioranza (nel sistema di elezione di secondo livello, votano solo gli eletti locali), Alghero è riuscita a esprimere un’unica consigliera: Nina Ansini di Forza Italia, esponente di rilievo… dell’opposizione algherese.
“Un paradosso che fotografa con estrema chiarezza il disastro politico in cui è caduta l’attuale maggioranza,” tuona Sasso, evidenziando come la città sia stata di fatto esclusa dai processi decisionali dell’ente metropolitano. Una clamorosa auto-esclusione non imposta dall’esterno, ma generata, a suo dire, da una “classe dirigente che ha preferito piegarsi alle logiche delle segreterie politiche sassaresi, abbandonando ogni rivendicazione di autonomia e rappresentanza.”
La posta in gioco è altissima: il Consiglio Metropolitano deciderà su fondi, infrastrutture, mobilità e strategie territoriali del Nord Ovest Sardegna. Per Sasso, era “indispensabile un lavoro politico serio e coeso” per far valere il peso di Alghero. Invece, si è assistito a una “resa silenziosa”, a un “cedimento ai soliti giochi di palazzo, dove l’interesse del territorio è stato sacrificato in nome di accordi e spartizioni lontane.”
“Il risultato è sotto gli occhi di tutti: Alghero è stata svenduta,” rincara l’Avv. Sasso, chiedendo ai governanti della città di spiegare alla cittadinanza “perché ha rinunciato a combattere” per la giusta rappresentanza. La critica è netta: chi doveva difendere la città ha preferito “obbedire” piuttosto che “costruire alleanze territoriali” e “difendere con forza le prerogative della città.”