Alghero, situazione politica e partiti

Trovo molto attuale questa frase di Adriano Olivetti :”Il compito dei partiti politici sarà esaurito e la politica avrà un fine quando sarà annullata la distanza tra i mezzi e i fini, quando, cioè, la struttura dello Stato e della società giungeranno ad una integrazione, aun equilibrio per cui sarà la società, e non i partititi, a creare so Stato”. Non credo che si possa esprimere meglio e più sinteticamente la avversione alla partitocrazia e, a maggior ragione, alla egemonia di qualsiasi partito unico, che , come nei regimi totalitari, soprattutto marxisti, ma non solo, autoreferenzialmente ritenga di essere il depositario dell’assoluta verità e dell’assoluto bene dei sudditi. Io penso che la guida dello Stato e di ogni ente pubblico territoriale, debba principalmente essere affidata, in una democrazia reale e partecipativa, alle categorie sociali di cui facciano parte tutti coloro che sono, vogliono essere e sono stati lavoratori e “produttori”.

La vita pubblica, cioè deve essere affidata, al popolo reale, alla società reale, a ciascuno di noi. I candidati alle cariche pubbliche siano scelti dalle categorie sociali , attraverso elezioni primarie a cui , di diritto, partecipino, tutti coloro che fanno parte, vogliano far parte e hanno fatto parte della categorie. tutti i corpi sociali siano rappresentati nelle istituzioni legislative in modo da rappresentare i diversi interessi. Si accordino reciprocamente o , magari, si scontrino, ma in modo necessariamente trasparente, nelle pubbliche assemblee parlamentari, comunali e regionali. Questo è un corporativismo democratico che mi piacerebbe, mentre detesto profondamente quello delle lobbies , che influiscono nascostamente per i loro interessi sui “rappresentati del popolo” (!) candidati ed espressi dalle camarille che controllano i partiti politici. Non vi pare che il dannoso corporativismo delle lobbies sia reso possibile, di fatto, dalla partitocrazia? Vi pare che il la gente debba essere posta sotto la tutela, anche se sedicente “illuminata”, ma, soprattutto, clientelare e interessata di chi controlla i partiti? Non serve, semmai, un maggiore cultura e istruzione che renda la gente maggiormente consapevole dei suoi diritti, dei suoi interessi, della sua preparazione professionale e dei suoi doveri? Le nostra scuole, ma anche la nostra televisione, assolvono a questo compito? Non vi sembra che, permettendo una maggiore e consapevole partecipazione alla politica, si consentirebbe al cittadino di valutare meglio i meriti e le capacità delle persone a cui affidare le funzioni di responsabilità e di guida?

Riferendomi alla situazione di Alghero, ma non solo, sbaglio se penso che il degrado amministrativo non sia esclusivamente a una questione di persone, ma di “cultura” o, meglio di “subcultura ” politica e di menefreghismo assoluto rispetto agli interessi del paese, al quale sono anteposte le storture ideologiche e gli interessi personali e di poltrone di troppi politicanti? Francamente non ce l’ho solo con questa amministrazione perché sono pessimisticamente convinto che dall’altra parte dello schieramento , purtroppo, l’andazzo è, più o meno, lo stesso. Ciò non toglie che riconosco a chiunque il diritto di avere delle proprie idee e, persino, delle ideologie diverse da ogni altro. Perciò, citando una recente lettera di don Rigoldi, cappellano del carcere di San Vittore, dico che: ” Non credo che si possa stabilire in terra il perfetto mondo di Dio o quello della dea Ragione…. la nostra vita si svolge nella storia, nei tracciati dei nostri limiti, che pure cerchiamo umanamente di superare…” Ho interpretato queste frasi nel senso che abbiamo tutti il diritto di avere le nostre idee personali e ( perché no?), di propagarle. Addirittura apprezzo il concetto di Gramsci ,secondo il quale le rivoluzioni autentiche sono quelle che agiscono sulla formazione culturale e non quelle, di stampo leninista, che si attuano con la violenza fisica. Ovviamente non accetto il suo concetto che, nel quadro del totalitarismo marxista, il “partito” debba egemonizzare, ossia diventare padrone assoluto, dei centri di potere in cui si forma la cultura. Quei centri, semmai, dovrebbero essere aperti al confronto di tutte le idee e favorire il sorgere di nuove.

A parte queste considerazioni, penso che dobbiamo realisticamente renderci conto che altri, tanti, forse più numerosi di noi, hanno altre idee e altri riferimenti ideali. Nelle situazioni politiche e contingenti che si presentano nel governo di una Città , o anche di uno Stato, dovremmo, perciò, tener conto della volontà e degli orientamenti altrui e trovare delle convergenze sui problemi concreti, accantonando i dogmatismi ideologici. In caso contrario, se si subordinasse l’azione amministrativa alla attuazione della “purezza della ideologia”, non si andrebbe da nessuna parte. I problemi dei cittadini resterebbero, invece, tutti lì, interi e irrisolti e, anzi, aumenterebbero e lieviterebbero come le torte, a meno che non si vogliano imporre delle soluzioni ricorrendo al totalitarismo, più dannoso e ingiusto che mai. E’ pensabile che simili velleità alberghino nei “rivoluzionari bonsai” di casa nostra? Se poi la soluzione di quei problemi fosse subordinata alle ambizioni personali e alla caccia alle poltrone, beh!, il giudizio morale e politico su simili politicanti lo lascio a chi ha voglia di leggere questo pezzo. Io amo la libertà di pensiero e di espressione e, quindi, la democrazia comunque, pur pensando che in democrazia i partiti politici hanno tutte le ragioni di esistere in quanto portatori di ideali e di valori, vi chiedo, cari lettori, se ritenete giusto che la vita della città e della nazione debba essere affidata solo nelle mani delle oligarchie o dei personaggi che dominano quei partiti e che non rappresentano chi non si riconosce in essi , nei loro giri di interessi e nei loro intrighi? Non so che effetto facciano a voi, ma a me i paparoni e i paparoncelli, nazionali e locali di questa nostra falsa democrazia, anche quando si travestono da democratici e progressisti, ricordano Alberto Sordi nel film :”Il marchese Del Grillo” che, rivolgendosi ai poveracci disse: “Io sò io e voi non siete un c…o!”

9 Novembre 2013