Alghero, multe ai ristoratori: sequestrati prodotti ittici non tracciati

Vasta operazione della Guardia Costiera: ispezionati circa 40 esercizi di ristorazione. Elevati 9 verbali amministrativi e 2 denunce penali

Una vasta operazione di polizia marittima a tutela della salute dei consumatori, finalizzata a verificare irregolarità nella somministrazione e commercializzazione del riccio di mare è stata portata a termine dalla Guardia Costiera di Porto Torres e di Alghero, che nel fine settimana ha passato al setaccio tutti gli esercizi di ristorazione e i punti vendita della città della Riviera del Corallo.

Nel corso dell’operazione, che ha visto impegnati 15 uomini coordinati dal Comandante della Capitaneria di porto di Porto Torres, Marco Nobile, sono stati ispezionati circa 40 esercizi di ristorazione: sequestrati 30 kg. di prodotto ittico e 4 kg. di polpa di riccio, elevati 9 verbali amministrativi per un ammontare complessivo di 17.166 euro per superamento della data di scadenza e per accertata mancanza della documentazione attestante la tracciabilità del riccio di mare e di altri prodotti ittici. Quattro le persone denunciate a piede libero alla Procura della Repubblica di Sassari per detenzione di polpo sottomisura e polpa di riccio di mare congelato senza autorizzazione e in cattivo stato di conservazione.

Immediato l’intervento della personale della A.S.L. – Servizio veterinario dì Sassari, contattato dai militari della guardia costiera, al fine di verificare non solo lo stato di conservazione del prodotto ittico sequestrato, ma anche per effettuare analisi di laboratorio sulla polpa di riccio al fine di accertarne la carica microbica e, quindi, gli eventuali potenziali rischi per i consumatori. “Il rischio, infatti, – spiegano dalla Guardia Costiera – è che alcuni esercizi possano acquistare delle regolari confezioni di polpa di riccio, per poi “rimpinguarne” il contenuto con prodotto non tracciabile. Tale comportamento, oltre a favorire l’attività di pesca illegale a scapito dei pescatori autorizzati costituisce un pericolo per i consumatori finali in quanto, sovente, gli esercizi non sono certificati e non dispongono delle attrezzature per garantire la catena del freddo”.

Redazione, 20 Gennaio 2014