Addio alle monete da 1 e 2 centesimi, c’è il sì della Camera

C'è il sì all'unanimità sulla mozione di Boccadutri (Sel) che chiede di ridurre la produzione dei "ramini": troppo costosi e poco utili. Ma i consumatori protestano.

È stata approvata ieri alla Camera la mozione che ha come primo firmatario il deputato Sel Sergio Boccadutri che impegna il governo per ridurre in maniera significativa la produzione delle monete da 1 e 2 centesimi di euro, i cosiddetti “ramini”. Motivi? “Dal 2002 ad oggi- spiega Boccadutri nella mozione – sono state emesse oltre 5,1 miliardi di monete da 1 e 2 cent. Oggi, quasi una moneta su due di quelle messe in circolazione è da 1 o 2 cent, e solo nel 2013 sono costate alle casse dello Stato ben 21 milioni di euro. Di fatto – continua il parlamentare -si tratta di un signoraggio negativo, ed è un costo perché queste monete non circolano se non esclusivamente come resto nella grande distribuzione e in pochi altri esercizi commerciali”. Il sì al documento è stato unanime e c’è di più: il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti ha espresso parere favorevole di Palazzo Chigi in cambio d’una riformulazione più cauta della mozione. Dunque viene impegnato il Governo “ad assumere iniziative a livello nazionale ed europeo perché vengano attuate politiche di contenimento della spesa, esaminando l’opportunità di introdurre misure finalizzate a ridurre in maniera significativa la domanda di monete di 1 e 2 cent analogamente a quanto avvenuto in stati membri dell’Unione europea e previa valutazione dell’impatto delle misure sull’inflazione”.

Stop ai centesimi di euro in Italia: no dei consumatori. I consumatori dicono no alla proposta approvata alla Camera: “È assurdo – scrivono – al posto di abolire le banconote de 500 euro fatte su misura per evasori, mafiosi e riciclatori di denaro sporco, al posto di adottare banconote da 1 e 2 Euro come antidoto al caro vita, hanno deciso di abolire le monetine da 1 e 2 centesimi. Un’operazione che causerà l’ennesimo attacco ai redditi di stipendi e pensioni già ampiamente falcidiati, con l’aggravante di arrotondamenti speculativi al rialzo e mai a favore dei cittadini. Siamo sicuri che i costi di questa operazione finiranno per ricadere sui cittadini, già costretti a ridurre e modificare in maniera radicale i propri consumi, persino quelli alimentari, a causa della disastrosa perdita del potere di acquisto subita in questi anni”.

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Redazione, 7 Maggio 2014