Orrore nell’hinterland Cagliaritano: minore abusata per anni, i video ceduti sul dark web

Richiesta di 16 anni di reclusione per il giovane imputato che avrebbe abusato della sorellastra fin dalla prima infanzia. La Polizia Postale a caccia degli acquirenti globali.

Un’accusa di estrema gravità è stata mossa nei confronti di un giovane, imputato di aver abusato sessualmente della sorellastra per un periodo di circa sei anni, iniziando quando la vittima era ancora una bambina. L’agghiacciante quadro accusatorio si estende alla produzione e vendita dei filmati di tali violenze nel dark web. L’indagine, condotta dalla Polizia Postale, è tuttora in corso e si concentra sulla caccia agli acquirenti dei video, con la necessità di scandagliare server internazionali e collaborare con forze dell’ordine europee e l’FBI.

Il caso ha raggiunto la fase processuale. Ieri mattina, il presunto aggressore è comparso dinanzi al giudice, dove l’accusa ha formulato una richiesta di pena di 16 anni di reclusione. Questa richiesta deriva da un calcolo iniziale di 24 anni, ridotto di un terzo a causa della scelta dell’imputato di procedere con il rito abbreviato.

L’inchiesta è emersa in modo fortuito. Gli accertamenti sono scattati quest’anno, non per una denuncia specifica, ma a seguito del sequestro del telefono cellulare del giovane nell’ambito di un’indagine minore per spaccio di stupefacenti. L’analisi forense del dispositivo ha portato alla scoperta di un vasto archivio di filmati pedopornografici, alcuni dei quali risultavano essere stati ceduti o commercializzati sulla rete oscura (dark web). Secondo l’ipotesi investigativa, gli abusi sarebbero iniziati quando la bambina frequentava i primi anni della scuola primaria e si sarebbero protratti fino all’adolescenza.

Imputato e vittima sono uniti da un legame di parentela: condividono il padre, essendo il ragazzo figlio di una precedente unione. La Procura distrettuale ha disposto il giudizio immediato, contestando, oltre alla violenza sessuale sulla minore, anche i reati connessi alla diffusione e al commercio di materiale informatico illecito. Durante l’udienza a porte chiuse, l’imputato, che è attualmente detenuto, ha optato per il rito abbreviato. La presunta vittima e i familiari materni si sono costituiti parte civile. Al termine di una lunga requisitoria, il Pubblico Ministero ha richiesto una condanna a 24 anni, ridotta a 16 anni per effetto del rito prescelto. Il processo è stato aggiornato e la sentenza è attesa per il mese di febbraio.

13 Novembre 2025