Allarme Ricercatori Post-PNRR: Bamonti chiede un Fondo di Transizione Regionale

Ricercatori 'meteora': Il paradosso sardo tra investimenti PNRR e scadenza dei contratti.

Decine di ricercatrici e ricercatori sardi, formati grazie ai cospicui investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rischiano di essere espulsi dal sistema universitario e della ricerca isolano. L’allarme viene lanciato da Alberto Bamonti, consigliere comunale del gruppo Noi Riformiamo Alghero, che definisce il rischio di dispersione del capitale umano come un “paradosso” e un “spreco di risorse pubbliche”.

Con l’avvicinarsi della fase finale di molte linee di finanziamento PNRR tra dicembre 2025 e febbraio 2026, si profila lo spettro della precarietà per il personale altamente qualificato impiegato nei progetti degli Atenei di Sassari e Cagliari e nei centri di innovazione, operativi in settori strategici come il digitale, la salute, l’agritech e la transizione ecologica.

“È un paradosso: il PNRR nasceva per lasciare un’eredità, non per produrre ‘progetti meteora’,” afferma Bamonti. “Formare ricercatori e poi perderli significa sprecare risorse pubbliche e ridurre la capacità della Sardegna di innovare.” Il consigliere sottolinea come l’isola abbia investito in questi anni non solo in laboratori e tecnologie, ma soprattutto in capitale umano selezionato su base competitiva. Senza un intervento tempestivo, l’intero investimento rischia di “dissolversi”.

Per evitare questa emorragia di competenze, Bamonti lancia un appello chiaro alla Giunta e al Consiglio regionale: “La Regione inserisca nella prossima Legge Finanziaria un fondo di transizione post-PNRR.” L’obiettivo di tale misura sarebbe duplice: permettere agli atenei di prorogare temporaneamente i contratti e accompagnare i ricercatori verso futuri bandi nazionali ed europei, garantendo la continuità operativa.

“Non chiediamo nuovi progetti: chiediamo di non buttare via il capitale umano che abbiamo formato,” ribadisce il consigliere, definendo la proposta una “misura di buon senso” che “costerebbe poco, ma eviterebbe di disperdere anni di lavoro e competenze di alto livello.”

Bamonti conclude esortando i rappresentanti sardi in Consiglio regionale ad attivarsi immediatamente per tutelare la ricerca isolana. “Altre regioni si sono già mosse in questa direzione con fondi analoghi. La Sardegna non può restare ferma,” dichiara. “Difendere i ricercatori significa difendere il futuro stesso della nostra isola. È una battaglia di civiltà e di responsabilità verso la conoscenza.”

10 Novembre 2025