Marco Spirito, il tallonatore che ha donato 25 anni al rugby
Una carriera tra fango, passione e record infranti, chiusa non per scelta ma per una regola che sa di beffa

Il rugby è uno sport che forgia uomini duri e generosi, capaci di restare fedeli a una maglia per una vita intera. È una storia fatta di fango e sudore, e quella di Marco Spirito ne è un esempio lampante. A 43 anni, il tallonatore dell’Amatori Rugby Alghero è stato costretto a fermarsi, non per sua volontà, ma a causa di un regolamento che pone a 42 anni il limite massimo per scendere in campo. Un addio che suona come una beffa, specie per un giocatore che fino a maggio era ancora titolare in Serie A.
Per 25 stagioni, Spirito ha prestato corpo e anima all’Amatori Rugby Alghero, diventandone un’autentica bandiera. Prodotto delle giovanili, esordisce giovanissimo in Serie B nel 1999/2000, raccogliendo l’eredità del capitano Salvatore Marinaro. Dopo la promozione in Serie A, il suo talento lo porta al Gran Rugby Parma, dove si distingue per la sua dinamicità. Veste anche la maglia del Colorno, conquistando un’altra promozione, e dell’Asti, prima di fare ritorno definitivo nella sua Alghero.
È qui che si consacra come uno dei pilastri della squadra, navigando ai vertici della Serie A e guidando la sua squadra a traguardi importanti. Nel frattempo, non rinuncia a nuove sfide, come la medaglia d’argento conquistata con il Cus Sassari ai Campionati Nazionali Universitari di rugby a sette, un traguardo storico per un’università sarda. Non meno significativa è stata l’esperienza con la Nazionale Sarda, con cui ha disputato incontri internazionali.
La sua carriera è una lunga successione di successi e traguardi, con un record di presenze in Serie A e B, e una passione che non si è mai spenta. Nell’ultima stagione, a 42 anni compiuti, è riuscito a segnare 9 mete e a trascinare la squadra a un insperato terzo posto. Le sue parole, dense di verità e orgoglio, raccontano la fine di un percorso. “Sono costretto al ritiro dal regolamento italiano, che ha come limite i 42 anni”, spiega Spirito. “Penso che la regola vada riscritta, perché un quarantenne di oggi è ben diverso da uno negli anni ’70. La cosa brutta è che fino a maggio ero titolare in Serie A, e poi da luglio non posso giocare nemmeno in Serie C. In Francia, Spagna e Inghilterra potrei ancora giocare”.
Il bilancio di una vita intera dedicata al rugby non può che essere positivo. Spirito ha giocato con leggende come Cuttitta e Giovannelli, ha conosciuto persone da ogni parte del mondo e ha stretto legami indissolubili. “Mi mancherà la partita, la routine pre-gara e la vita di spogliatoio”, confessa. Ma il suo addio al campo non è un addio al mondo della palla ovale. L’Amatori Rugby Alghero potrà ancora contare sul suo spirito indomito: “Darò una mano alla società dall’interno. Cercherò di trasmettere la passione e l’attitudine necessari per giocare a rugby a tutti i ragazzi”. Un nuovo capitolo si apre, con la stessa passione di sempre.