Referendum, Tedde: «Pd consuma scontro interno sulle spalle dei sardi»

Marco Tedde, vice-capogruppo del Consiglio regionale, commenta amaramente l’atteggiamento del partito democratico dinanzi al referendum di domenica

«Si può chiedere l’indizione di un referendum e poi votare contro o astenersi? Pigliaru e il PD sono riusciti a fare anche questo, svilendo la consultazione a quella che perfino nelle parole del presidente del Consiglio è stata interpretata dal PD come una conta interna al partito». Così Marco Tedde, vice-capogruppo del Consiglio regionale, commenta amaramente l’atteggiamento del partito democratico dinanzi al referendum di domenica.

«Un conflitto grottesco – prosegue Tedde –  in cui il presidente della Regione non ha certo brillato per coraggio politico, comportandosi come un capitano schizofrenico di una squadra che prima scende in campo, poi getta la maglia e la fascia, non pago tifa per gli avversari e poi esulta quando la partita viene annullata. Se la posta in palio del confronto erano 10 “punti fedeltà” al Governo Renzi, Pigliaru ha sicuramente raggiunto il suo obiettivo e incrementa una raccolta i cui premi non sono certo per la Sardegna e i sardi».

«Sarebbe interessante sapere se il presidente della Regione considera sé stesso e gli esponenti del PD che invece hanno sostenuto il quesito fino in fondo tra i “qualche consigliere regionale” che ha perso. La Sardegna non può diventare il poligono dei war games del Partito Democratico che, invece, dei poligoni veri, quelli che offrono lavoro e non poltrone ai burocrati di partito, chiedono la chiusura totale. Presto – ha concluso Tedde- saranno i sardi a chiudere il poligono democratico».

18 Aprile 2016