Un’offerta sull’altare con un biglietto: “Ho di che sfamarmi. il resto lo dono”

Nel cestino della questua, sotto l’altare, il parroco si è commosso trovando quel biglietto. “Io non ho molto”, ha scritto l’anonimo, “ma forse anche oggi c’è bisogno di pane e latte e io ne ho già”. Ed è un importante messaggio di solidarietà, una dimostrazione di grande umiltà e comunione, gesti sempre più rari, ma che sono lo specchio della gente di buon cuore, che ancora esiste. E il parroco si è commosso davanti a quel messaggio, cosi semplice e discreto, vicino al cibo, di cui si è privato. C’era un piccolo aneddoto in quella lettera, e credo sia mlto importante riportarlo perchè è attualizzabile anche ai tempi nostri dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri aimè, sono sempre più poveri. e sono sempre numericamente  la stragrande maggioranza. “Mia mamma era disperata perché non aveva pane e latte – si legge – piangeva davanti alla Madonna delle Grazie. Andò a fare la Comunione, tornò al suo posto e trovò nella borsa un fazzoletto con 50 lire”. Ora, che si chiami Beata vergine, o che abbia un altro nome la mano del benefattore, questa storia ci fa riflettere sul valore delle piccole cose e della misericordia. Valori dimenticati, quasi svaniti.

13 Settembre 2013