Truffa da 1 mln e 800 mila euro agli inquilini di un residence

I finanzieri hanno scoperto una truffa ai danni dei condomini del residence “Rocce Rosse”. Undici persone, di cui dieci di origine campana, sono state denunciate a vario titolo all’autorita’ giudiziaria per i reati di truffa, emissione di fatture per operazioni inesisenti ed estorsione.

I finanzieri della Tenenza di Sarroch hanno scoperto una truffa di circa 1,8 milioni di euro ai danni dei condomini del residence “Rocce Rosse”, struttura alberghiera sorta alla fine degli anni ’60 di fronte al golfo di Teulada, in localita’ Sa Canna. Undici persone, di cui dieci di origine campana, sono state denunciate a vario titolo all’autorita’ giudiziaria per i reati di truffa, emissione di fatture per operazioni inesisenti ed estorsione.

Il complesso residenziale, costituito per metà da appartamenti acquistati da privati e per metà dal sito alberghiero di proprietà di una società con sede legale ad Avellino, è stato oggetto, dal 2008, di rilevanti interventi di ristrutturazione. Le fiamme gialle hanno accertato che un noto commercialista della località campana, con la complicità dell’amministratore dell’intera struttura, di origini cagliaritane, ha provveduto ad assegnare l’esecuzione dei lavori ad una società irpina a lui riconducibile la quale, oltre a non aver mai presentato preventivi di spesa, esercitava il commercio all’ingrosso di abbigliamento.

Una volta assegnati, i lavori sono stati successivamente subappaltati ad altre società campane compiacenti. A quel punto, con la connivenza di uno studio professionale sempre della provincia avellinese, incaricato della progettazione e direzione dei lavori, sono stati gonfiati i computi metrici della parte residenziale della struttura, in modo tale da far ricadere sugli ignari inquilini le spese di competenza dell’hotel – pari a circa 1,8 milioni di euro – per il rifacimento del tetto, la posa in opera di infissi, ascensori, una piscina, una spa ed un depuratore.

Per giustificare i costi a carico dei privati, le società esecutrici dei lavori hanno emesso fatture per operazioni inesistenti per oltre 5 milioni di euro. I malcapitati condomini, inoltre, si sono visti recapitare presso le proprie abitazioni decreti ingiuntivi prediposti ad arte dalle ditte esecutrici dei lavori, con i quali veniva richiesto loro l’addebito di ulteriori spese in aggiunta a quelle gia’ ingiustamente sostenute. Per i risvolti di natura fiscale sono state sequestrate, su disposizione dell’autorita’ giudiziaria, quote societarie per un importo complessivo pari a 700mila euro.

11 Maggio 2016