Servitù militari, iRS: «Pigliaru sia più incisivo con lo Stato Italiano»

Il Consiglio regionale ha impegnato il Presidente Pigliaru a rappresentare la contraretà sulla imposizione della servitu militare a protezione del deposito di munzioni di Guardia del Moro nell'isola di Santo Stefano. Per iRS le basi e i poligoni vanno chiusi, quantificandone il danno e bonificando il territorio.

Il Consiglio regionale ha approvato (Presenti 49, sì 42, no 5, astenuti 2) un ordine del giorno che impegna il presidente della  Regione a rappresentare, in occasione del riesame del decreto impositivo presso il Consiglio dei ministri, la contrarietà del Consiglio regionale sull’imposizione della servitù militare a protezione del deposito di munizioni di Guardia del Moro nell’isola di Santo Stefano. Sempre il 17 giugno 2014 il Consiglio regionale impegnò con un ordine del giorno unitario il presidente Pigliaru a porre, come primo obiettivo nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed  ambientale assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti.

Questo è il mandato che il presidente Pigliaru ha ricevuto dal Consiglio, ovvero la totale dismissione dell’apparato militare italiano in Sardegna e, ad oggi, non ci si può ritenere soddisfatti della sola estensione del periodo di sospensione estiva delle esercitazioni. L’imposizione dell’ennesima servitù militare come quella del deposito armi di Guardia del Moro alla Maddalena è solo l’ultimo atto di arroganza dello Stato italiano nei confronti del popolo sardo. Al prossimo Consiglio dei Ministri il presidente Pigliaru dovrà presentare le ragioni del ricorso della Sardegna contro quest’ennesima usurpazione di territorio. iRS ritiene che sia giunto il momento in cui, a livello istituzionale, il tema delle servitù militari venga affrontato con maggiore decisione.

Di fronte al comportamento dello Stato italiano è ormai palese che gli interessi dell’Italia e della Sardegna non coincidano, ed è su queste basi che il presidente Pigliaru deve portare avanti le ragioni del popolo sardo. Le basi e i poligoni vanno chiusi, quantificandone il danno e bonificando il territorio. Tutto questo non è certo possibile farlo in pochi mesi, ma non può che essere l’obiettivo finale di ogni trattativa. iRS ritiene poi fondamentale che oltre al tavolo istituzionale, si apra una nuova stagione di dibattito pubblico in cui gli amministratori e i cittadini possano essere costantemente aggiornati e programmare insieme i futuri scenari di trasformazione delle aree attualmente occupate dai poligoni militari.

iRS, 19 Febbraio 2015