Ryanair, botta e risposta Lai-Cappellacci

«Se c'è qualcuno che dovrebbe avere quanto meno la dignità di tacere sulla questione Ryanair è proprio Cappellacci» - dice l'esponente del PD. Pronta replica dell'ex presidente della regione: «Non ci risulta che il Senatore abbia votato contro la tassa che sta mettendo in fuga le low cost».

Botta e risposta tra il senatore del Partito Democratico Silvio Lai e il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci. «Se c’è qualcuno che dovrebbe avere quanto meno la dignità di tacere sulla questione Ryanair è proprio Cappellacci» – ha detto l’esponente del PD. «Dopo aver creato danni che ancora la regione è costretta a pagare ora continua a fare propaganda dimenticando che due anni fa era lui il presidente. D’altro canto è naturale che lo dimentichi visto che da Presidente faceva solo propaganda. Due anni fa Cappellacci da Presidente della regione sapeva benissimo che la legge 10 era stata impugnata. E nonostante questo non ha presentato né fatto approvare una nuova legge regionale che la sostituisse. Perché avendo verificato se si poteva fare proprio gli esperti gli dissero che non si poteva riproporre la 10 senza attendere l’esito della procedura di infrazione. Poteva fare una nuova legge, la stessa che oggi sollecita alla Giunta Pigliaru ma non lo ha fatto. E che fosse pienamente consapevole della vicenda e dei rischi lo dimostra il fatto che ha messo i finanziamenti nella legge finanziaria ma non ha voluto prevedere le modalità di spesa. Cappellacci dunque prima di proseguire nella propaganda risponda alla semplice domanda: perché non ha fatto lui la legge che sostituiva la 10 nell’autunno 2013?»

Non si è fatta attendere la replica dell’ex presidente della regione Sardegna. «Il senatore Lai ci fa o ci è? Noi sosteniamo che la legge 10 sia conforme ai principi europei e che bisogna difenderla a Bruxelles. All’assessore Deiana, che un giorno sostiene una tesi e un altro l’esatto opposto, abbiamo detto che delle due è l’una: o la pensa come noi, e allora sostenga la causa sarda davanti alla UE, o, se la pensa diversamente, di proporre un’altra legge. Rileviamo che il senatore Lai evita accuratamente l’argomento dell’aumento dell’addizionale sui diritti di imbarco: evidentemente il giorno della votazione al Senato non c’era o, se c’era, dormiva. Non ci risulta che abbia votato contro la tassa che sta mettendo in fuga le low cost. Se lui è intronato dalle sue stesse contraddizioni, non pensi di generare la stessa confusione nell’opinione pubblica, indignata con chi da due anni governa a sua insaputa».

11 Aprile 2016