Riflessioni in attesa del nuovo Sindaco

Fra pochi giorni il primo turno delle elezioni per il Sindaco sarà cosa fatta, e conoscerete i nomi di coloro i quali, dal Vostro punto di vista, avranno vinto o perso. Spero soltanto che Voi e gli Algheresi in genere, qualunque sia la parte vincente, consideriamo gli aspetti della conclusione della campagna elettorale, esclusivamente per gli effetti che riguardano la nostra Città. Sarebbe una conquista eccezionale, perché saremmo in grado tutti, perdenti o vincenti, di giudicare al meglio l’operato di coloro che abbiamo votato, non come una tifoseria da stadio capace di schierarsi solo per partigianeria, ma per la consapevolezza della aderenza o meno ai programmi sin’ora proclamati; la seconda motivazione di questa mia speranza, che va oltre il risultato delle elezioni, consiste in un segno preciso : i Cittadini che si interessano alla cosa pubblica, ne dibattono anche aspramente, nei Partiti, nei Comitati, ed in genere in quei luoghi dove ci si aggrega, e si giudica il potere per quello che realmente produce per il bene comune. E’ questa una speranza che sa di democrazia compiuta, e come tutte le utopie, ha però il senso dell’irraggiungibile, del sogno; tuttavia preferisco parlarne piuttosto che ignorarne la esistenza seppure onirica, ed evocarne la possibilità anche remota che possa realizzarsi. Intanto, a proposito di utopie, Alguer.it ha lanciato una sfida a tutti coloro i quali si candidano ad occupare le poltrone messe in palio nel corso di queste Amministrative, affinché si dichiari il proprio stato patrimoniale attuale, da riesaminare ovviamente a fine mandato; l’idea è di quelle che caratterizzano le democrazie più avanzate, nelle quali la Politica è organizzata per servire la Comunità, e non per servirsene ad usi esclusivamente personali. Vista così, (supponendo che la norma venga introdotta), la proposta è assolutamente discriminatoria, perché automaticamente pone un crinale storico, e cioè un ‘prima’ e un ‘dopo’ tra tutti coloro che hanno amministrato la Città prima, e tutti coloro che la amministreranno d’ora in poi; approfondendo ancora di più le conseguenze, nell’immaginario collettivo che farà la storia di questa Città e nella tradizione orale che ne è la fonte più cospicua, quelli ‘ante’ norma saranno considerati ‘peggiori’, e quelli ‘post’ norma ‘migliori’; proseguendo con il ragionamento, se per quelli ‘post’ norma sarà facile distinguere tra i buoni ed i cattivi Amministratori (carta canta), il discorso per quelli ’ante’ norma si fa delicato e si rischia di creare delle ingiustizie impossibili da sanare, perché, dando per scontato che tutti non sono stati uguali, individuare chi si è comportato onestamente e chi invece ha utilizzato il denaro comune per arricchirsi, sarà impossibile, se non ricorrendo a quelle testimonianze più comunemente chiamate ‘gossip’, che non può essere considerato assolutamente un metro obiettivo. Per tali motivi, proporrei una soluzione, (sempre che il Sindaco eletto voglia introdurre la norma): la nomina di una commissione di ‘vere probiviri’, la quale, a titolo puramente gratuito, abbia la facoltà di consultare apposite documentazioni, e garantisca degli stati patrimoniali, di inizio e di fine mandato, di tutti coloro che a diverso titolo hanno occupato il ‘Palazzo’ di via Columbano, dagli anni in cui Alghero è uscita fuori dalle mura, sino ai giorni nostri. Il risultato della ricerca dovrà essere introdotto sulla Rete, e come la lapide della Torre di Porta Terra, ricorderà alle generazioni che lo vorranno, i nomi di coloro che rovinarono, non per le guerre mondiali, sulle ceneri della propria avidità e del proprio egoismo : ‘A ricordo, ad Onore e ad Esempio’.

La cronaca nazionale di questi giorni, oltre al terremoto in Emilia, da considerarsi come un elemento assolutamente imprevedibile e completamente al di fuori del controllo di chi tutto
vorrebbe dominare, registra due fatti clamorosi : 1) le scommesse nell’ambito del Calcio, 2) ed il Corvo che aleggia in Vaticano.
1) Il Presidente del Consiglio Monti, in un suo personale commento, da tifoso e non da leader politico, ha affermato che per sanare il mondo del pallone, e correggerne i vizi, sarebbe opportuno fermare i Campionati professionistici per almeno tre anni. Stavolta il Professore non ha riflettuto abbastanza : da Capo del Governo , penso sappia perfettamente che egli amministra un Paese che dallo stesso Governo è trasformato in una autentica e gigantesca bisca: Lotto, Totocalcio, Totip, Enalotto, superEnalotto, lotterie varie comprese quelle europee, svariate forme di ‘Gratta e vinci’, assediano i Cittadini, compresi, purtroppo, quelli dalle finanze non proprio fiorenti; questo stato di cose, può non tentare chi di denaro ne ha a iosa? Certamente una cosa è scommettere su partite o su settori completamente estranei alla propria attività, altra cosa è scommettere sugli incontri dei quali si è protagonisti.
In questi casi, senza fermare i Campionati, e senza farsi trascinare indiscriminatamente nel campo della ‘responsabilità oggettiva, dimostrabile solo con molta fantasia, basta richiedere alla Giustizia sportiva squalifiche definitive e perpetue, e quindi esemplari per tutti i coinvolti, ed un solo processo basterà per moralizzare e risanare il ‘giocattolo’ per eccellenza
degli Italiani. Questa misura, del tutto eccezionale, deve accompagnarsi ad una ristrutturazione del fenomeno complessivo in sé : mentre il Paese soffre per una crisi senza precedenti, è normale che la Politica e tutto il sistema che le ruota intorno, gli stessi Partiti Politici, i bilanci delle squadre di calcio, possano garantire guadagni da favola ai propri Addetti? O deve condurci alla riflessione il solito Grillo?
2) In Vaticano ne capitano di tutti i colori : dal Presidente dello IOR, chiamato a dare trasparenza ad una struttura chiacchierata da troppi anni, che viene rispedito su due piedi al mittente, sino alle carte segrete che sorvolano le ‘sacre’ mura, in direzione della carta stampata, sia nelle vesti di Nuzzi che del quotidiano ‘La repubblica’. Anche chi non è vaticanista, intuisce un’atmosfera stonata molto lontana da quella serenità, naturale per certi ambienti, che cela a malapena gli intrecci soliti delle corti dei Papi-Re. Già parlare di corti è inquietante, né ho basi cognitive tali da poter abbozzare un giudizio; giudico solo per la mia esperienza, e rimando tutti a riflettere sugli elementi che caratterizzarono la cerimonia di consacrazione del Vescovo Mauro Morfino: la enormità della somma spesa per il tendone da circo, quando il luogo deputato naturalmente alla cerimonia, doveva essere la Cattedrale con degli schermi giganti all’esterno; la logica di quello sfarzo, comprese le auto dai vetro corazzati e affumicati, poteva essere contenuta nella esaltazione della famiglia Salesiana, alla quale appartenevano sia il Consacrante che il Vescovo neo-eletto? Ha senso, all’interno della Chiesa che prese le mosse da quel Maestro che lavò i piedi ai suoi discepoli definendosi Servo, paventare guerre di potere o parlare di banche come se ci si trovasse nella Piazza Affari di Milano?

30 Maggio 2012