R.e.te Imprese Sardegna: crisi veramente preoccupante

La Sardegna è una Regione tra le più penalizzate dalla crisi economica che sta devastando l’Italia. Le aziende isolane maggiormente penalizzate dal fenomeno recessivo sono le piccole imprese, quelle che praticamente costituiscono l’ossatura economica della nostra regione.

“Nell’isola i numeri sulla crisi sono veramente preoccupanti: le aziende non ce la fanno più e sono costrette a chiudere ad un ritmo più che preoccupante: negli ultimi cinque anni ben 3200 sono state le imprese artigiane che han dovuto ammainare bandiera con la perdita di oltre seimila occupati. Nell’anno 2012 le imprese artigiane che hanno dovuto chiudere i battenti sono state 652”.

Questo il grido d’allarme lanciato a Cagliari dalla R.e.te Imprese Sardegna nel corso di una conferenza stampa nella quale sono state esposte dai rappresentanti degli imprenditori alcune richieste: il varo di una finanziaria regionale che stanzi adeguate risorse spendibili per lo sviluppo e l’aiuto alle imprese che creano posti di lavoro, una adeguata programmazione dei Fondi Strutturali  2014-2020 e una netta posizione delle forze politiche sulle prospettive del rapporto con lo Stato in merito alla cosiddetta “vertenza Sardegna”. Infine un condiviso programma di fine legislatura con la mobilitazione straordinaria di tutte le risorse che possano portare una boccata di ossigeno alle imprese e alle famiglie sarde.

Dal crollo delle aziende naturalmente deriva la perdita del lavoro per i dipendenti con la instabilità delle relative famiglie, il calo dei consumi, la crescita esponenziale del nervosismo dei neo disoccupati, e delle organizzazioni sindacali finalizzate a strappare ai rappresentanti istituzionali e agli stessi partiti politici, in occasione delle prossime votazioni del 24-35 febbraio, il massimo dell’impegno possibile a favore delle imprese e delle famiglie sarde.Se piangono Commercio e Artigianato non ride il settore ricettivo Alberghiero in cui si è registrato un crollo del 30,8 % , il triplo del dato nazionale fermo al 10,6%. Per i rappresentanti di R.e.te. Imprese Sardegna (Cna Sardegna, Confartigianato Imprese Sardegna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti), “la pubblica amministrazione e la politica, invece che agevolare l’attività d’impresa, rappresentano attualmente un vero e proprio impedimento allo sviluppo”. Per non parlare delle restrizioni del sistema bancario che ha perso per strada la peculiarità di contribuire e assistere il settore imprenditoriale. Altri ostacoli provengono poi dalla insularità , dalla mancata applicazione della continuità territoriale.

Uno scenario inaccettabile per i rappresentanti delle imprese sarde che denunciano l’assenza di una Regione che dovrebbe essere autonoma e capace di risolvere i propri problemi e invece, con un ritardo di oltre quattro mesi, non ha ancora presentato in Consiglio il Bilancio regionale 2013. Si chiede inoltre che la Regione Sarda definisca una posizione precisa sui nuovi Fondi Strutturali 2014-2020 e sulle prospettive del rapporto con lo Stato in merito agli urgenti e non più prorogabili interventi per lo sviluppo e la semplificazione. Infine si richiede un Programma di fine legislatura con la mobilitazione straordinaria di tutte le risorse che portino liquidità ad imprese e famiglie. In caso contrario le imprese sarde sono pronte a mobilitarsi senza fare sconti a nessuno.

12 Febbraio 2013