ResPublica, lettera aperta

Riportiamo di seguito e integralmente, la lettera aperta inviataci dai rappresentanti di ResPublica, in risposta alle recenti dichiarazioni pubbliche della amministrazione comunale.

Riportiamo di seguito e integralmente, la lettera aperta inviataci dai rappresentanti di ResPublica, in risposta alle recenti dichiarazioni pubbliche della amministrazione comunale.

Ciao,  sono ResPublica, per chi ancora non mi conoscesse. Dal 2014 popolo lo spazio dell’ex Caserma di Alghero con iniziative culturali e sociali, trasformando un luogo destinato all’abbandono o alla speculazione in un Bene Comune urbano aperto e fruibile alla cittadinanza, gratuitamente. Migliaia le iniziative che si sono susseguite nel corso degli anni: musica, disegno, teatro, poesia, jam session, concerti, mercatini svuota cantine, mostre, laboratori per grandi e per piccini, aule studio, presentazioni, letture e prestito libri, corsi di ogni tipo, manifestazioni in difesa dei diritti degli “ultimi”, lotte ambientali e per la difesa della nostra terra, sportello di sostegno psicologico e sportello di sostegno sociale.Su di me sono state dette (e ancora si dicono) tante bugie: che sono fuori norma, che sono scroccona, che vivo dentro l’ex Caserma senza pagare. Tutto questo è falso. Ho sempre agito nel pieno rispetto delle numerose norme previste e lo stabile in cui abito è sottoposto a revisioni annuali per quanto concerne la sicurezza, proprio per garantire la fruibilità degli spazi in tranquillità. 

Mi hanno insegnato che Machiavelli raccomandava al Principe di ripetere continuamente le falsità che gli servivano, perché una menzogna ripetuta tante volte diventa verità. Invece è giusto ricordare che il mio progetto ha vinto un bando comunale che prevede la produzione annuale di attività culturali corrispondenti al canone di 22.000 €. Le attività che svolgo superano ampiamente la cifra pattuita e hanno un valore sociale incommensurabile. Io non sono una scroccona, come certi politici osano dire, perché dal 2014 offro servizi essenziali per la mia comunità. Non sono abusiva, ho firmato un contratto per stare nell’ex Caserma. Il contratto scadrà nel 2023, ma lotterò per difendere il mio e il vostro spazio, nel centro della città, ben oltre quella data. Pare  siano stati reperiti dei fondi pubblici per ristrutturare parte dei locali dell’edificio storico in cui vivo; ebbene, questi lavori potranno essere svolti in maniera modulare senza alcuna necessità di interrompere le attività in essere, tantomeno di estromettermi dallo stabile. 
 
Tutti possono entrare a trovarmi; anche voi signori della politica algherese, che non vi siete mai presi questa briga e nemmeno conoscete la mia voce, il che non vi trattiene dallo sparlare di me. Avete problemi con la pratica del confronto? Nel 2020 è arrivata la pandemia che mi ha costretto a ridimensionare notevolmente le attività sociali e culturali al fine di garantire la sicurezza della cittadinanza, ma non mi ha impedito, nonostante tutto, di dare il mio contributo a centinaia di persone che hanno potuto usufruire, a distanza, di assistenza psicologica e sociale indispensabile nella criticità del momento.
 
Negli ultimi mesi, i miei spazi sono nuovamente aperti all’intera città e oltre e soffro nel vedere certa parte della politica usarmi come strumento di distrazione di massa utile per nascondere le problematiche irrisolte che continuano ad affliggere la città. Mi sento usata come strumento di scambio e ricatto, ma io sono libera e senza padroni.  Come è possibile, mi chiedo, in un momento come questo, pensare di sottrarre alla comunità un progetto come quello che porto avanti? Chi ha questa intenzione è cosciente dell’entità del danno che ne deriverebbe per la vita democratica, sociale e culturale della città? Puntare il dito su uno spazio di mutuo aiuto in un periodo così buio è un gesto di miope e gratuita crudeltà, comprensibile solo quando la politica sia priva di visione del futuro e attenta unicamente al consenso dei propri bacini elettorali. Io sono la garanzia che questo spazio sia e rimanga un Bene Comune urbano a disposizione degli abitanti tutti, autogestito anche per i tempi a venire. Amministrare bene una città significa avere una visione illuminata! I cittadini non sono sudditi o schede elettorali, ma parte attiva dello sviluppo delle politiche urbane.  Se vorranno mandarmi via per cancellare l’ultimo spazio di democrazia diretta, di affermazione del diritto alla città, io sarò qui, stoicamente, ad aspettarli.

19 Gennaio 2022