Referendum nazionale anticasta

Il 14 maggio è iniziata la raccolta delle firme per tagliare gli stipendi d’oro dei parlamentari. Il movimento Unione Popolare, che già si è fatto promotore dell’iniziativa per l’abrogazione della legge elettorale, persegue la riduzione degli innumerevoli privilegi di cui godono i nostri parlamentari. Col quesito depositato nel mese di aprile si chiede l’abrogazione dell’art. 2 con cui la legge contempla “una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l’ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese”. Questo tanto per cominciare a smuovere le acque relative al tenore di vita della classe politica italiana rapportato alle sostanziali differenze con i comuni mortali. Un inizio non traumatico che sostanzialmente cambia assai poco per i parlamentari, ma che tuttavia ben testimonia lo scontento dei cittadini che ambiscono al cambiamento con una sorta di rivoluzione democratica, basata esclusivamente sulla ‘legalità’.

Al movimento Unione Popolare si unisce in Sardegna il Comitato ‘ Sardegna contro la casta’ con l’obiettivo delle 50 mila firme necessarie ( a livello nazionale ne servono 500 mila).. Con lo slogan nazionale ‘Referendum per tagliare gli stipendi d’oro dei parlamentari’ inizia la raccolta delle firme presso i soliti banchetti allestiti dai movimenti e nell’ufficio elettorale di ogni comune. Resta poco tempo a disposizione per sancire che la crisi ha assunto carattere generale e che soprattutto i politici debbono stringere la cinghia. I partiti facciano la propria parte perché ora come ora non c’è più trippa per gatti.

17 Maggio 2012