Quel piccolo pezzo di terra in località Arenosu

Caro Josef, mi chiamo Togno, ma tutti mi chiamano “Togny”, che a dirla con tutta sincerità non ho mai capito perchè, avendolo chiesto varie volte ai miei amici più fedeli, Ambra ed Orfeo; anche loro, ne sono sicuro, brancolano nel buio e anche nel vuoto, dicendomi che me ne devo strafregare, visto che la vita altro non è che un circo. Eppure non mi reputo nè tonto ne intelligente, nè alto nè basso, nè bello nè brutto, nè colto nè poco studiato, e ne potrei dire a decine di ormonimi e contrari perché, non per mi vantare, ma tra uno spostamento e l’altro della azienda circense dove ho lavorato come tuttofare per 40 anni, io studiavo lingue e i dialetti della zona dove operavamo, per cui sono in possesso di una discreta cultura. Ma bando ai sentimentalismi: ti scrivo per dirti che da pensionato mi sono comprato un pezzo di terra in zona arenosu dove coltivo di tutto; non avendo intenzione di farci lucrazioni avevo deciso di regalare tutti i miei numerosi prodotti ad amici e parenti, e quindi in tutte le stagioni mi ritrovavo cataste di cetrioli, lattughe, valginie, peperoni, susine, fichi, zucchine, fagioli, fagiolini, cipolle grandi, anzi enormi, e tanti altri prodotti; ma quello che mi rompeva leggermente le palle era che quasi tutti dopo che gli portavo una busta di ogni ben di Dio mi faceva cascar le braccia: ‘veramente proprio oggi alla piazza ho comprato tutto’, oppure, ‘grazie ma cosa ne faccio di tutto questo, va a finire che mi si guasta ‘, oppure ti dicevano che i fichi erano un pò pesti. Da oggi ho deciso che non dò niente a nessuno perché pare che quasi tutti ti facciano un favore ad accettare quello che io davo con amore perché la mia soddisfazione era che qualcuno gustasse ed apprezzasse le mie coltivazioni. Quindi, caro amico, ti prego rispondimi con solerzitazione altrimenti ti potrei anche dare in pasto ai leoni; secondo te faccio bene a non portare più niente a nessuno, e far marcire i miei prodotti, oppure sono un deficiente responsabile? Ciao da Togno, coltivatore diretto in pensione.

Egregio Signor Togny, anche io come vossia non mi reputo nè ignorante nè colto in modo esagerato, ma mi pare di aver capito che per 40 anni lei abbia lavorato in un circo; la sua lettera così pregna di sentimenti mi ha commosso ed ha riportato la mia mente a quando da bambino andavo al circo Zanfretta. Ricordo che c’era un omino piccolo piccolo che faceva il factotum, spalava gli escrementi dei leoni con la stessa maestria con la quale veniva sparato da un cannone fuori dalla tenda andando a sbattere la testa contro il trapezio; altre volte si vestiva da pagliaccio e faceva ridere tutti con le sue battute sui finocchi, le fave e le banane, mostrando già da allora attinenza con le verdure che poi da pensionato avrebbe cercato di propinare ai suoi amici, parenti, o semplici passanti. Guardando bene la foto che mi mandi però, realizzo che sei proprio tu quel buffone che mi ha fatto ridere sia da piccolo che ora con questa lettera ridicola! La tua domanda specifica mi costringe a dire una parolaccia nei tuoi confronti, e ti garantisco che come tutti sanno a me non piacciono, ma tu caro amico me la tiri di bocca ed allora ti rispondo: si, sei un responsabile, perché facendo marcire la tua roba invece di regalarla fai in modo che l’economia giri, favorendo il lavoro degli ortolani di professione. Ma tu immagini cosa succederebbe se tutti quelli che hanno 100 metri di terra si mettessero a produrre e regalare ortaggi? Finirebbe che gli ortolani di mestiere dovrebbero eliminare la piscina olimpionica dal loro orto e rimettersi il “ciaffarech” come era ai tempi dei loro padri. Per tornare ai regali della frutta e prodotti orticoli sappi che anch’io ho regalato ad un amico della frutta e ortaggi di giornata. Mentre attraversavo le vie del Centro storico con due cesti stracolmi e ricoperti di pampini e foglie di fico, sono stato fermato da alcuni amici che hanno approfittato dell’occasione per chiedermi un appuntamento in campagna per un assaggio dei prodotti: alla fine, sebbene in ritardo, sono comunque riuscito ad approdare a destinazione. Tanti i ringraziamenti da parte del destinatorio del dono. Io sono rimasto ultracontento. L’amico ha apprezzato il gesto senza ricorrere alle solite frasi che evidentemente, caro pensionato diventato ortolano, ti sei meritato.

27 Luglio 2013