“Cappellacci finanzi le zone franche urbane con i fondi comunitari non spesi”

«Si utilizzino i fondi comunitari per finanziare le zone franche urbane nei comuni della Sardegna». Lo chiede il vicepresidente del Consiglio Regionale Mario Bruno al Presidente della Regione, Ugo Cappellacci. «In Sardegna, rispetto al passato, oltre Cagliari, Quartu Sant’Elena ed Iglesias, città già individuate dal CIPE nel 2009, potranno attivare la zona franca urbana anche Sassari, Alghero, Olbia, Oristano, Selargius, Carbonia». spiega Bruno.

«Oggi, infatti, non solo la zona franca urbana per nove comuni della Sardegna è legge (art. 37 del Decreto Crescita), ma è ormai operativa con la registrazione da parte della Corte dei Conti. Il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci – attacca Mario Bruno – abbandoni la demagogia e trovi la copertura finanziaria utilizzando fondi comunitari, anche attraverso il tesoretto in mano alla Sfirs. Non perda altro tempo nel concordare con il Governo la riprogrammazione dei fondi strutturali (magari quelli più a rischio di restituzione all’Europa perché non spesi), come hanno già fatto tutte le regioni del mezzogiorno, in modo da rendere subito operativa la misura».

«La Zona Franca diventerà per le aree urbane sarde una zona di esenzione fiscale mai sperimentata prima d’ora. Le esenzioni riguarderanno Ires, Irap, Inps, Irpef (solo quella delle imprese). In un perimetro cittadino ben individuato, le imprese sino a cinquanta dipendenti godranno di una esenzione dal pagamento della quota IMU destinata allo Stato, dalla corresponsione dell’IRAP, dal versamento dei contributi previdenziali, dal pagamento delle imposte sui redditi delle imprese medesime. Le esenzioni – in un triennio di applicazione della misura – potranno arrivare ad un massimo per ogni impresa di 200 mila euro» continua Bruno.

«Non sfuggirà al Presidente della Regione, impegnato in una campagna elettorale propagandistica e demagogica, che per poter applicare la legge è necessaria una copertura finanziaria. Cioè in sostanza se le piccole imprese sono esenti da Ires, Irap, Inps, il fisco deve comunque incamerare questi soldi. La copertura potrebbe arrivare proprio da quei fondi comunitari che la Giunta non sa nemmeno spendere».

22 Giugno 2013