Politiche sociali ” Ritornare a casa”

Prima di fare dichiarazioni inopportune, il consigliere Zuncheddu dovrebbe verificarne la veridicità o quantomeno informarsi meglio. In ogni caso, e per chiudere facili polemiche basate sul nulla, le comunico che la mia assenza oggi in Aula non era dovuta a ragioni misteriose o private, ma perché sono impegnata dalla mattina a Roma al ministero della Salute. Purtroppo e per fortuna non il dono dell’ubiquità che la Zuncheddu evidentemente vorrebbe attribuirmi”. Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci in merito ad alcune dichiarazioni del consigliere regionale Claudia Zuncheddu.

“RITORNARE A CASA”. “Quanto alle contestazioni sul programma Ritornare a casa – sottolinea ancora De Francisci – ricordo all’onorevole Zuncheddu che ad agosto abbiamo messo in pagamento ben 19 milioni sui 20 stanziati solo sulla quota regionale e che ci stiamo facendo carico del 20% della parte riservata ai Comuni, pari a circa 6,7 milioni di euro”.

Relativamente alle nuove linee guida, approvate prima dalla Giunta lo scorso luglio e successivamente dalla Commissione Sanità del Consiglio regionale, l’assessore chiarisce che queste sono indirizzate a evitare i problemi riscontrati nei diversi territori nell’attuazione del programma (disomogeneità nelle procedure adottate sia dai Comuni che dalle Unità di valutazione territoriale, Uvt). Il crescente aumento delle richieste di finanziamento ha imposto, infatti, una maggior definizione delle modalità delle azioni attraverso una valutazione omogenea delle richieste sia da parte del Comune proponente che da parte dell’Uvt esaminatrice.

In quest’ottica la Regione con le nuove linee d’indirizzo ha voluto, attraverso l’adozione di una modulistica comune, la definizione di modalità, di tempi di presentazione del progetto personalizzato, dare garanzia della continuità assistenziale, procedere ad uniformare su tutto il territorio regionale la gestione del programma “Ritornare a casa”, con l’obiettivo di garantire a tutti i beneficiari uniformità di trattamento. Di conseguenza, la scelta di affidare queste valutazioni a medici di struttura pubblica o convenzionata garantisce la massima obiettività e trasparenza nell’accertamento delle situazioni socio-sanitarie rispetto all’erogazione di contributi che sono pubblici.

2 Ottobre 2013