La sopravvissuta dell’incidente causato da Beppe Grillo: “Ora voglio parlarci, pretendo verità”

“Non cerco nulla, se non la verità. Mi rifiuto di essere strumentalizzata da una politica in cui non mi riconosco, e dopo questa intervista non intendo tornare sull’argomento, quindi prego giornalisti e fotografi di non cercarmi più. Chiedo solo di incontrare il signor Grillo. È un gesto che devo a me stessa, ma anche ai miei genitori e a mio fratello, che non possono più parlare: lo faccio io a nome loro. Molte volte mi sono chiesta che cosa proverei ad averlo davanti a me, di persona, per chiedergli di quel giorno. Fra tutti quelli che in questo periodo sentono continuamente parlare di lui e vedono la sua faccia e leggono ovunque le sue parole ci sono anche io, e lui dovrebbe ricordarselo, e dovrebbe capire l’effetto che mi fa. Ogni giorno penso a come sarebbe la mia vita se i miei genitori e mio fratello fossero ancora con me”. A parlare è Cristina Gilberti, che per la prima volta, a Vanity Fair, in esclusiva, racconta dell’incidente che il 7 dicembre 1981, causò Beppe Grillo a Limone Piemonte, uccidendo i genitori di Cristina, Renzo e Rossana e il fratello Francesco, di nove anni. Cristina Gilberti all’epoca aveva 7 anni e ora, a distanza di trentadue anni dal fatto chiede verità.

I fatti sono ben noti a chi conosce la biografia del comico genovese ora leader politico: Grillo era ospite dei Gilberti e durante una gita in montagna a bordo della sua Chevrolet con padre, madre e fratello di Cristina (rimasta a casa) avvenne un terribile incidente: su un lastrone di ghiaccio e l’auto da Beppe Grillo, urtò una roccia, si girò e cadde con il muso nel burrone. All’ultimo momento il comico genovese riuscì a spalancare la portiera e a buttarsi. Per la sfortunata famiglia non ci fu niente da fare. Il comico fu condannato per omicidio colposo, e per questo non si candiderà, sulla base del regolamento del Movimento 5 Stelle che esclude i condannati. “Oggi – scrive Vanity Fair – Cristina ha un altro cognome: quello del marito della sorella della madre, che la adottò dopo la tragedia. È diventata madre, ha 38 anni, fa volontariato per l’infanzia. Affronta l’intervista divisa tra il bisogno di verità e la ritrosia naturale”. Ora rompe il silenzio: “Il signor Grillo è una presenza pubblica come mai prima, e come mai prima è forte la mia esigenza di confrontarmi con lui. La mia non è certo l’unica vita segnata da un lutto, mi guardo intorno e ne vedo tante di storie simili. La differenza è che nel mio caso – con i media che parlano continuamente di lui e del perché non si candida, e ogni tanto fanno anche vaghi riferimenti alla morte dei miei cari – dimenticare è impossibile. Tutte le domande che ho cercato di seppellire – che mi tormentano con i loro “perché” – sono tornate a galla. Ora ho bisogno delle risposte, una volta per tutte, per guardare avanti”.

La donna spiega di aver provato a contattare privatamente Grillo: “Mi ha richiamato un suo nipote – racconta a Vanity – mi ha spiegato che tutta la sua famiglia aveva sofferto per l’incidente, che non era il momento di ritornare sull’argomento. Ma per me il momento è questo: sono cresciuta, sono mamma, sono pronta per sapere e per parlare. Solo dopo quel “no” ho accettato di parlare con voi”.

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5 Febbraio 2013