Orrù confessa: «Ho mandato io il biglietto al sindaco di Padova»

In forma anonima, ma su carta intestata del Consiglio Regionale, Orrù esprimeva solidarietà a Massimo Bitonci per la usa scelta di non incontrare il console marocchino.

Il consigliere regionale del Psd’Az, Marcello Orrù, spiega le sue ragioni in un una nota stampa, dopo le polemiche suscitate da una sua lettera al sindaco di Padova. In forma anonima, ma su carta intestata del Consiglio Regionale, Orrù esprimeva solidarietà a Massimo Bitonci per la usa scelta di non incontrare il console marocchino.

Nessun utilizzo illegittimo e inappropriato della carta intestata del Consiglio Regionale. Sono stato io a scrivere e firmare, sottolineo firmare, il biglietto  che ho voluto inviare all’amico e sindaco di Padova Massimo Bitonci per manifestargli  vicinanza di idee e condivisione rispetto al gesto provocatorio da lui messo in atto nella sua città di non voler incontrare il console marocchino favorevole alla realizzazione di una moschea. Non è un biglietto razzista come qualcuno ha voluto far credere ma semplicemente un gesto di solidarietà ad un sindaco che stimo perché ogni giorno si impegna in prima linea  per i problemi concreti dei cittadini.

È stato un gesto certamente forte quello del sindaco di Padova ma l’ obiettivo era chiaro: dire no alle moschee nelle nostre città perché nei paesi islamici non solo i cristiani non possono costruire le chiese ma oggi nel mondo assistiamo ad una drammatica persecuzione nei confronti fronti dei cristiani. Oggi milioni e milioni di cristiani vengono cacciati dai loro paesi a causa della loro fede in Cristo. Centinaia e centinaia di morti ammazzati nei paesi islamici solo per essere   cristiani. Qui non si tratta di razzismo. Siamo di fronte ad una cristianofobia senza precedenti. Dove è il rispetto per le religioni?  Non ritengo giusta questa mancanza di reciprocità tra islam e cristianità nel mondo  è per questo che ho scritto due righe di apprezzamento al sindaco Bitonci.

Sono un Consigliere regionale e posso utilizzare per la mia attività la carta intestata del Consiglio Regionale,  così come ho fatto in questo caso, naturalmente apponendovi la mia firma e assumendomi le mie responsabilità. Non mi permetterei mai di parlare a nome del Consiglio Regionale. Pertanto il presidente Ganau si rassereni, nessun giallo e nessun utilizzo della carta intestata del Consiglio regionale. Semplicemente ho voluto esprimere le mie idee come ho sempre fatto sempre e come sempre farò in futuro, a difesa della nostra identità e delle radici cristiane del nostro Paese. D’altronde non tutti siamo obbligati ad avere le stesse idee e a pensarla come il presidente Ganau. 

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Lettera orrù

21 Novembre 2014