Movida algherese, Mondonuovo: “Basta con le piccole lobby”

L'associazione culturale e politica guidata da Christian Mulas chiede al sindaco un taglio al passato

La stagione si avvia verso la conclusione. Dopo il giro di boa di ferragosto e l’avvicinarsi della fine dell’estate, possono essere fatti i primi bilanci. Senza dubbio, quest’anno rappresenta l’anno zero per la città di Alghero. Almeno per alcuni settori da noi ritenuti da sempre molto importanti per la tenuta economica del tessuto sociale. Stiamo parlando dell’intrattenimento e più in generale della programmazione degli eventi culturali. Per quanto riguardo il primo filone, quello più “leggero”, la polemiche delle ultime ore ha riportato Alghero indietro di anni quando, come qualcuno lo aveva definito, regnava su qualche mirata iniziativa imprenditoriale, il “partito degli esposti”. Taluni appartenenti, solo per l’avvenuta l’elezione e poco altro, al partito del “fare”, del libero mercato, poi inaspettatamente sono i primi, anche in un ambito che in ogni località turistica gode di una giusta e maggiore “libertà d’azione”, a frugare negli uffici, aizzare il pubblico controllo fin’anche a sollevare furbescamente un putiferio che, loro malgrado, si è rivelato un boomerang. Oggi Alghero vuole cambiare aria. Vuole dire basta a queste piccole lobby del quartierino che hanno solo prodotto una crisi economica mai vista riducendo la Riviera del Corallo in un luogo che (soprav)vive a malapena due mesi. Tutto questo alla faccia della tanto agognata destagionalizzazione su cui incide anche l’apertura solo per pochi mesi, contravvenendo se non alle normative vigenti, senz’altro al buon senso di offrire un prodotto senza trasformarsi in “sanguisughe”. E dobbiamo anche aggiungere che senza Ryanair questo territorio sarebbe morto. Qualcuno di ciò se ne deve rendere conto. I turisti italiani sono oramai un lontano ricordo. A fare affari (senza dubbio anche per un offerta all’altezza) sono i ristoranti e poi le orde di pizzetterie, paninoteche, bar che hanno invaso in ogni angolo della città. Un luogo che oramai vive fino al digestivo subito dopo l’offerta è carente, spesso in luoghi fatiscenti, con una proposta arcaica ancora legata alle ospitate di presunti dj e personaggi televisivi, questo mentre il mondo va tutto da un’altra parte, come insegnano tante altre località della Sardegna soli pochissimi anni fa neanche paragonabili ad Alghero. In tutto questo può e deve avere un ruolo centrale la Fondazione Meta insieme agli assessorati al turismo, spettacolo e commercio. Questa città ha estrema necessità di una guida in questo settore che deve comprendere anche l’offerta più “alta”. La cultura, come diciamo da sempre, deve e può produrre economia ma per fare questo è necessario programmare gli appuntamenti e puntare su dei format specifici che abbiano una chiaro riferimento in fette di mercato, dalla fotografia alla musica passando per il teatro e il cinema. Alghero ha enormi potenzialità e energie umane di estremo valore. La speranza è che questa amministrazione, insediata da poco più di un mese, dunque (per adesso) priva della maggiori responsabilità di questo desolante panorama. Ma il tempo è finito. L’amministrazione, con a capo il sindaco Mario Bruno, anche in questo settore non sia accondiscendente con coloro che hanno contribuito al tracollo, dia un taglio al passato e guardi avanti dando spazio a professionalità e capacità derivanti da esperienze lavorative e formative. Siamo all’anno zero, Alghero deve rinascere. E a nostro avviso può ripartire anche dalla cultura, dall’arte e anche da un intrattenimento che veda premiati gli imprenditori che rischiano, investono e non passano il loro tempo su facebook o negli uffici al fine di boicottare chi, con difficoltà, rischia i propri soldi e propone idee ed iniziative non di facile consumo. O si cambia registro, o il baratro è sempre più vicino.

 

Christan Mulas, Luca Marsala, Eliana Montesu

20 Agosto 2014