Menotrentuno, il Festival internazionale di Fotografia arriva ad Alghero

Giovedì 4 Agosto, l’attesa tappa di Alghero, negli spazi del Lo Quarter, alle 19 con l’inaugurazione di una bipersonale fotografica: Vel marì di Mohamed Keita e Ballo a Tre Passi di Roberta Masala.

Comincia la terza settimana di appuntamenti con le mostre di Menotrentuno 2016, il Festival Internazionale di Fotografia, promosso dall’Associazione Su Palatu e curato da Salvatore Ligios e Sonia Borsato. Saranno Alghero e Bitti i comuni che accoglieranno i progetti fotografici di Keita, Masala e Bastian.

La V edizione della rassegna biennale ha ques’anno come spazio d’indagine Terramadre – Homeland, un tema complesso con il quale si sono dovuti confrontare 15 professionisti della fotografia che non hanno ancora compiuto i 31 anni di età e provenienti da tutta l’Europa. Lo sguardo dei giovani che ci viene restituito attraverso l’obiettivo. La ricerca fotografica in questa occasione parte dalla consapevolezza delle molte sfumature del tema e dalla precisa volontà di declinarne solo alcune. Non il reportage dei confini che si frantumano e della transumanza dei popoli in cerca di nuovi luoghi che siano salvezza; non i grandi giochi politici e la loro rovinosa ricaduta alla base della piramide del potere ma il tentativo del ripristino del rapporto tra uomo e natura; la declinazione dell’identità regionale che conquista terreno rispetto a quella nazionale. Che sia, insomma, il canto del piccolo, del locale, del periferico nella sua dimensione più contemporanea e autentica.

15 artisti dell’immagine, altrettante narrazioni e luoghi del racconto, 15 esposizioni in 11 località della Sardegna. Menotrentuno si conferma, anche in questa edizione come un Festival errante: l’itinerario che percorre la nostra isola nei luoghi che accolgono le mostre fotografiche, un viaggio di ipotesi, orizzonti e contaminazioni offerte dalle narrazioni dei fotografi e il superare i confini della Sardegna stessa per arrivare virtualmente nei luoghi del racconto per immagini. Un viaggio cominciato a Sassari lo scorso 20 Luglio passando poi per Arzachena, Cagliari, Florinas, Lodine, Villanova Monteleone e Villa Verde, un cammino che continuerà ancora fino a Settembre. Un invito a ripercorrere la Sardegna per guardarla con occhi nuovi e trascendere i suoi stessi confini geografici.

Giovedì 4 Agosto, l’attesa tappa di Alghero, negli spazi del Lo Quarter, alle ore 19:00 con l’inaugurazione di una bipersonale fotografica: Vel marì di Mohamed Keita e Ballo a Tre Passi di Roberta Masala. La serata vedrà la presenza dei curatori Salvatore Ligios e Sonia Borsato, della fotografa Roberta Masala e di rappresentati istituzionali del Comune di Alghero. L’inaugurazione sarà impreziosita dalla performance live instrumental/ambient dei Fles-Ym, progetto musicale di Claudio Maniga e Maxx Lubinu.

MOHAMED KEITA Nato in Costa d’Avorio, compie il viaggio attraverso il Mali, il deserto libico, Malta per arrivare in Italia come rifugiato politico nel 2010. Grazie alla frequentazione del centro diurno per minori Civico Zero di Roma, intraprende la carriera artistica come fotografo. Vive e lavora a Roma.In Vel Marì, Mohamed Keita, enfant prodige della fotografia, nato in Costa d’Avorio e in Italia come rifugiato politico dal 2010, presenta un lavoro site specific realizzato con i ragazzi ospitati dal centro d’accoglienza algherese Vel Marì. Il salto verso la salvezza, l’abbandono delle origini e la ricerca di una casa che sia nuova, lacerati sempre tra passato e futuro, nostalgia e speranza. Mohamed Keita arriva in Sardegna e continua a lavorare sul suo immaginario senza concedere niente agli stereotipi. MK riprende la sua ricerca infinita, e prima di un lungo viaggio in Africa, passa per Alghero e ci mostra piccole case, spiagge, strade, vegetazione, uomini e donne, turisti; tutte immagini che sono la continuazione di quelle dei suoi lavori precedenti su Roma, sul Mali, e in varie parti d’Italia. L’identità visiva di Mohamed si rafforza ad Alghero dove lui, non mollando mai la sua macchina e il suo solo obiettivo «normale», inserisce un elemento grafico più definito e finisce con sperimentare una sequenza di dittici che, oltre a rafforzare le immagini attraverso corrispondenze grafiche, sottolineano la complessità di un territorio dove Mohamed va immediatamente alla ricerca delle contraddizioni visive, e dei suoi con/continentali.

ROBERTA MASALA Nasce nel 1990 ad Iglesias, Sardegna. Frequenta per un anno una scuola sperimentale di fotografia a Cagliari e studia Arte e Nuovi Media presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari. È stata selezionata tra i fotografi italiani promossi in Germania dall’Associazione Arces Kultur. Per realizzare il suo progetto fotografico, Ballo a Tre Passi, la giovane studentessa dell’Accademia di Belle arti di Sassari ha invitato le persone a raccontare la loro Heimat. “Quale luogo ti fa sentire a casa?” Là dove la parola sente il peso dei suoi limiti subentra l’immagine. E inventa, lo sguardo educato e filtrato, trittici di una sacra geografia interiore e paesaggi che non sono la ripetizione tardiva e scolastica del racconto ma una volontà interpretativa che diventa convivenza. La fotografia si fa carico di un processo spirituale che sappia unire, saldare insieme aspetti sociali, politici o squisitamente emotivi. L’immagine, nella sua triplice declinazione, si sostituisce alla mappa concreta diventando luogo altro, più autentico del vero.Le mostre saranno visitabili fino al 4 Settembre 2016.

Venerdì 5 Agosto saranno le vie del Centro Storico di Bitti, ad accogliere la mostra “Dall’altra parte del fiume” di Jasper Walter Bastian. L’inaugurazione prevista per le ore 19:00 vedrà la presenza dei curatori artistici di Menotrentuno, Salvatore Ligios e Sonia Borsato, del Sindaco Giuseppe Ciccolini e dell’Assessore alla Cultura Ivana Bandinu.

JASPER WALTER BASTIAN è un fotografo documentarista tedesco-americano nato nel 1989. Laureato in fotografia all’Università di Scienze e Arti Applicate di Dortmund, ha studiato fotogiornalismo alla Scuola Danese di Media e Giornalismo. La sua ricerca si concentra sugli effetti “divisionisti” dei confini e la loro influenza sui concetti di nazionalità e comunità. “Dall’altra parte del fiume” è un progetto a lungo termine che esamina le cicatrici di Mitrovica, città etnicamente divisa, che si trova nell’angolo nord del Kosovo. Un tempo, la città era una delle aree più ricche della ex Jugoslavia. Oggi, è spaccata in due mondi paralleli divisi dal fiume Ibar, che rappresenta una barriera sia fisica che ideologica tra il nord e il sud della città. Mentre la parte sud di Mitrovica, albanese, afferma di appartenere allo stato indipendente del Kosovo, la zona Nord dichiara fedeltà alla Serbia. La narrazione fotografica di Bastian illustra la distanza e l’isolamento causati dalla costante incertezza e sfiducia tra i due gruppi etnici, che sono una barriera molto più grande del fiume stesso. Le ferite della guerra sono ancora fresche e la tensione è palpabile. Quindici anni dopo la fine della guerra del Kosovo, molti serbi e albanesi devono ancora attraversare il fiume verso l’altro lato. Spesso ci dimentichiamo che nella stessa Europa di cui facciamo parte ci sono ferite non saldate e che la parola “crisi” assume un significato diverso a seconda della latitudine. Il senso di un festival come Menotrentuno si esprime anche in questo, in uno sguardo fermo su confini labili, un occhio di speranza nella confusione. Il senso di un ragionamento fotografico così esteso e capillare è ricordarci chi siamo ben oltre i confini e i passaporti. La mostra sarà visitabile nelle vie del Centro Storico di Bitti fino al 30 Settembre. Anche quest’anno Su Palatu_Fotografia raccoglierà in un catalogo, pubblicato dalla Soter Editrice, tutte le mostre del percorso di Menotrentuno.

3 Agosto 2016