Mauro Monaco: Mi sento condannato. E’ un accanimento nei confronti di un disabile

Ha 46 anni e due infarti alle spalle. La salute non è stata magnanima con lui, 90 chili di uomo che ha avuto un crollo al primo infarto e che ha subito una vicenda lavorativa molto particolare. Mauro Monaco sa di aver commesso degli sbagli, ma vuole recriminare un suo diritto: quello di essere ascoltato e di capire il perchè del secondo allontanamento dal posto di lavoro. Ricordiamo che c’è anche una causa in corso dove verrà stabilito se Monaco è stato licenziato per giusti motivi oppure come sostiene lui c’è stato un accanimento nei suoi confronti che poteva essere evitato. Attualmente la sua situazione prevede una sussistenza basata sulla 104 (con un’assistenza a 360 gradi sia psicologica che economica, per la quale, come ha dichiarato, prende 100 euro mensili) e una pensione di invalidità che si aggira intorno ai 400 euro. Non è certo facile vivere in queste condizioni quando hai un affitto da pagare e le medicine che devi prendere ogni giorno, ma Mauro Monaco tira avanti. Il problema che lui pone all’attenzione della cittadinanza però non è tanto la sua situazione economica.

Vuole ribadire invece che è stato ingigantito un suo modo di fare violento, che spesso e volentieri si è sentito preso in giro e provocato anche sul lavoro e che, subendo questo trattamento ogni giorno, per difendersi è diventato nervoso e non riesce a gestire gli attacchi d’ira tutte le volte che si mette in dubbio la sua parola. Monaco ha lavorato prima con la Slia, poi divenuta Manutencoop e poi dal 2009 Aimeri. Dopo il primo infarto, dopo 6 mesi di riabilitazione, dopo essere stato licenziato, come lui dichiara, per aver superato di tre giorni, il tempo massimo di malattia prevista , Monaco ha fatto causa all’azienda vincendola. E’ stato dunque reintegrato e ha ripreso a lavorare. Ma nelle sue condizioni fisiche, quelle mansioni, non potevano essere supportate: con il caldo torrido, con le bufere di vento, doveva comunque adempiere alle manutenzioni per strada e questo, come ha spiegato lui, gli ha causato un secondo infarto. E’ stato graziato, ha superato il momento, ma quando è arrivato il secondo licenziamento (dovuto pare ad un’aggressione, ma non conoscendo i fatti lasciamo alle forze dell’ordine le dichiarazioni dei fatti) non ci ha visto più.

Tutte queste vicende, ci ha confessato Monaco, lo hanno reso diffidente nei confronti di tutti, molto nervoso, lo hanno abbattuto psicologicamente e oggi ha bisogno per lo meno di giustizia. Ciò che chiede è il reintegro nel posto di lavoro ( il 13 dicembre è prevista l’udienza del secondo ricorso che Monaco ha tentato per ingiusta causa di licenziamento) e sottolinea: “Mi auguro che questi atteggiamenti di accanimento che ho subito, non vengano perpetrati nei confronti di altri disabili che non possono difendersi”.

Alessandra Mura, 14 Novembre 2013