Ma chi l’ha detto che il Papa è comunista?

Sento dire in giro, da alcuni con preoccupazione e da altri con gioia, anche in margine al Suo recente viaggio in Brasile, che questo Papa è comunista. Direi che quella preoccupazione sia assolutamente ingiustificata e quella gioia assolutamente illusoria. Il Papa, secondo la mia interpretazione di quanto ha detto,   agisce solo ed esclusivamente nell’ambito del cristianesimo e della sua dottrina tradizionale. Infatti, riguardo alle questioni sociali , ha detto che “L’unità è superiore al conflitto” ed ha aggiunto: “La prospettiva di una ricompensa trascendentale non esime l’uomo dall’obbligo di lottare per i diritti personali, sociali, etici, umani e patriottici. Preferisco i costruttori di ponti ai costruttori di mura, ma non negozio mai la mia identità cattolica.” altro che “lotta di classe” e materialismo dialettico o storico.

Cosa ha, poi, in comune col monolitismo internazionalista, proprio del marxismo-lenonismo, o col “pensiero unico” neo-capitalista, entrambi negatori delle diversità culturali, la sua espressione : “La globalizzazione si governa con un modello a poliedro, che nell’unità mantiene l’originalità delle singole parzialità” Egli ha anche esplicitamente affermato: “Il cristianesimo condanna con uguale forza il comunismo e il capitalismo selvaggio. Esiste la proprietà privata, ma deve esserci anche l’obbligo di socializzarla, entro parametri equi. Nel comunismo tutto ciò che trascende e prospetta una speranza oltre la vita immanente, paralizza le azioni in questo mondo: È un oppio. La perversione spirituale del capitalismo vuole addomesticare la religione per trasformarla in qualcosa di mondano. Anche qui oppio.”

Personalmente a coloro che sostengono che il comunismo fosse affine al cristianesimo domando: “da che cosa deducono che Cristo non si è incarnato per conciliare l’uomo a Dio ma per costruire una società atea, senza Dio, come quella auspicata dal marxismo? È vero, inoltre, che l’analisi marxista–leninista è fondata sul materialismo ateo e che tende a condurre, di conseguenza, l’umanità ad una concezione materialistica e atea dell’esistenza? Inoltre, poiché nel Vangelo è scritto che ” è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” sembra balzano ritenere che ciò voglia dire che in paradiso entrano coloro che non pongono i beni materiali al di sopra dei valori spirituali? Cosa c’entra, allora, col cristianesimo quel marxismo, che, al contrario, riduce il suo paradiso solo al presunto godimento dei beni materiali? Sbaglio se penso che le stesse considerazioni valgano per il ” giovane ricco”, che, anziché cercare i beni dello spirito, preferì mantenere quelli materiali? È verissimo che le Sacre Scritture raccontano che i primi cristiani misero in comune i loro beni. Chiedo, comunque, se lo fecero spontaneamente e, cioè, per vivere nel modo perfetto l’amore reciproco , come, del resto, fanno anche oggi i monaci di molte comunità, o se vi furono costretti o se costrinsero altri a quel “comunismo”? Non è forse questa la differenza tra il “comunismo” di quei primi cristiani e quello marxista-leninista? Vi sembra una differenza di poco conto il fatto che il comunismo abbia, invece, imposto il collettivismo con la violenza?

È vero o no, inoltre, che il marxismo pone le religioni, le diverse idee politiche e tutte le “culture” prodotte dall’intelligenza umana tra le “sovrastrutture” da abbattere, perché sarebbero state imposte dalle classi dominanti e, in epoca moderna, dal capitalismo? Cosa c’è di cristiano in questa impostazione ideologica? Mi chiedo, a questo punto : in base a quale logica la “teologia della liberazione” ha pensato che il cristianesimo possa adottare il marxismo come strumento di analisi per liberare la fede cristiana dalle strutture di potere e ideologiche e per operare una trasformazione sociale? È vero, inoltre, che Cristo vuole la giustizia sociale, tanto che predilige gli ultimi, gli emarginati, gli uomini senza potere? Come può, allora, il cristianesimo confondersi col  comunismo , dato che il totalitarismo marxista-leninista prevedeva che il partito e, quindi chi lo dominava , fosse il “nuovo principe”, come lo definì Gramsci, ossia avesse un potere assoluto, egemonico, totalitario su tutto e su tutti? Anche se mi auguro di tutto cuore che questo Ponterfice riesca a  rivoltare come un calzino l’ingiusto e opprimente sistema neocapitalista, in conclusione mi chiedo: Cosa ha a che fare il marxismo col cristianesimo e con Papa Francesco?

1 Agosto 2013