Lubrano, tassa di soggiorno: analisi dei pro e contro
A stagione "chiusa" , cioè già impacchettata per chi ha deciso di fare vacanza, quante preoccupazioni e ripercussioni sul territorio dovute alla tassa di soggiorno? L'Analisi di Stefano lubrano

I primi atti e le prime dichiarazioni del Sindaco Bruno hanno indiscutibilmente generato molto clamore. Aldilà delle perplessità espresse dall’opinione pubblica per la presenza nella propria giunta, con deleghe al bilancio, del già vicesindaco di Marco Tedde ciò che colpisce è la modalità di avvio del confronto su un tema, la tassa di soggiorno, modalità che appare evidentemente contraria a quanto ritroviamo nelle dichiarazioni programmatiche presentate in consiglio comunale nei giorni scorsi. Nopn conosciamo le reali motivazioni che hanno condotto l’amministrazione comunale ad esternare tale volontà sta di fatto che parlare di tassa di soggiorno a stagione “chiusa” ovvero con vendite già effettuate genera nelle imprese ricettive classificate, quelle che pagano pesanti tributi statali e locali, più di una preoccupazione, in quanto tale imposta non la pagherebbero in questo caso i clienti ma le aziende stesse con il conseguente rischio di un tracollo per tante piccole imprese, le stesse che, leggiamo nelle dichiarazioni programmatiche stanno a cuore alla nuova amministrazione.
Auspichiamo quindi che l’idea sia quella di avviare una discussione ed un confronto per la stagione 2015 In ragione di ciò riteniamo si debbano dare messaggi autorevoli e rassicuranti per eliminare ogni dubbio sulla reale volontà di avviare un percorso serio e realmente condiviso con le categorie, perchè altrimenti tutto si tradurrebbe in una campagna mediatica dei “pro” e dei “contro” senza addivenire a scelte e sopratutto soluzioni utili a tutti. In questo senso una comunicazione corretta è il primo passo per evitare dannose contrapposizioni che vedano esposti all’opinione pubblica il lavoro, i rischi ed i sacrifici di quegli imprenditori che operano alla luce del sole, pagano stipendi fornitori e tasse e affrontano la concorrenza sleale di chi evade in forma totale e genera costi a carico della comunità. Intanto ci permettiamo di osservare che far passar il concetto che “tanto si chiedono solo due euro” al turista è da correggere, perchè in realtà la tassa di soggiorno prevista per massimo 5 giorni chiede al turista, se è applicata per due euro al giorno, 10 euro a persona, e può essere quindi di 40 euro se si tratta di una famiglia di quattro persone. Molti sostenitori della tassa potrebbero dire che sarebbe ora di poter “selezionare” i clienti; a questa osservazione pensiamo sia facile rispondere che l’alto costo dei trasporti per raggiungere la Sardegna ed Alghero seleziona già pesantemente la domanda che, anche per queste ragioni, spesso sceglie di andare in Puglia o anche a Capri ma spendendo il 30% di quanto spenderebbe, ad esempio con i traghetti, per arrivare in Sardegna.
Il fatto che la tassa non sia obbligatoria sul territorio nazionale scarica sostanzalimente sugli enti locali la responsabilità della applicazione o meno della tassa condizionando pesantemente l’offerta. In un territorio ampio potrebbero esserci località a pochi km di distanza le une dalle altre che appliccando o meno tale tassa possono generare una condizione di concorrenza sleale: potrebbe quindi capitare che Alghero abbia la tassa di soggiorno e che Stintino, Castelsardo, Santa Teresa e Bosa non la abbiano, pertanto, dal momento che i turisti già dissanguati dal costo del trasporto preferiscano risparmiare scegliendo località tax-free. Dopo le analisi veniamo alle proposte. Siamo convinti che si debba ragionare su due aspetti: sostenere le imprese ed ampliare le opportunità di introiti per il Comune. Pensiamo si possa avviare una doppia azione così come a suo tempo nel 2013 avevamo iniziato a proporre alle categorie con l’assessore Paola Scanu per la stagione successiva: inserimento della tassa di soggiorno e lotta all’evasione delle seconde case. La tassa di soggiorno sarebbe stata introdotta, secondo le nostre proposte, a fronte di una riduzione dell’IMU per le strutture ricettive ed una contestuale azione di forte azione verso il sommerso legato al mercato delle seconde case.
In questo modo con il pieno coinvolgimento degli operatori avremmo raggiunto lo scopo di dare respiro alle imprese ricettive, senza generare minori entrate per il comune e facendo emergere un mercato nero delle seconde case che pesa sulla città di Alghero per ben 45 mila posti letto, in pratica una seconda Alghero, così come risulta da una ricerca risalente addirittura la 2006 da parte dell’osservatorio del turismo coordinato dalla facoltà di Architettura. Viene quindi da chiedersi che impatto hanno sulla nostra città 45 mila posti letto senza alcun un controllo. Autorevoli studi ed analisi elaborati dal CrenoS, il centro studi di economia delle Università di Cagliari e Sassari, stima un rapporto tra presenze ufficiali e quelle in nero con un coefficiente di 1 a 3. Ad Alghero negli ultimi anni il valore ufficiale delle presenze è di 700 mila unità e quindi, secondo i calcoli del CrenoS, Alghero ospita più di due milioni di presenze che sfuggono al fisco nazionale e locale ma i cui effetti sono purtroppo visibili agli occhi di tutti: traffico in tilt, caos diffuso, rifiuti e sporcizia ovunque, prezzo degli alimenti superiore a luglio ed agosto nei super mercati. Esortiamo quindi il sindaco e l’amministarzione comunale tutta a mettere da parte gli annunci e a lavorare davvero per la città con un confronto serio e leale, ad entrare nel merito dei problemi per trovare soluzioni ed applicarle, per essere risposta a tutta la comunità.