La Ruzzle Mania dilaga, allarme dagli psichiatri e “gruppi di sostegno”

Pericolo notti in bianco. Ruzzle, creazione della software house svedese Mag Interactive, è divenuta ormai applicazione cult per dispositivi mobili. Il gioco, tanto semplice quanto accattivante, deve la sua fortuna all’immediatezza e alla forte componente social, che ne amplia l’utilizzo, rendendo possibili sfide online con i propri amici o avversari casuali.

Ma se da una parte il gioco rappresenta per più di undici milioni di utenti al giorno un modo di impegnare il tempo in modo intelligente “staccando” e rilassandosi allo stesso tempo, dall’altra Ruzzle è diventato una vera e propria mania.

Il giocatore compulsivo, rischia infatti di dissociarsi dalla realtà anche per delle ore, con il passaggio da semplice gioco a dannosa dipendenza facilitato dalla possibilità di giocare più partite nello stesso momento. A mettere in guardia i fan dello scarabeo 2.0 è Federico Tonioni, direttore del Centro per le psicopatologie da web del Pollicino Gemelli di Roma:

“Se lo smartphone chiama per una partita, per qualcuno resistere diventa molto difficile. Ci sono già dei giocatori che, senza accorgersene, hanno fatto le ore piccole alle prese con la scacchiera di quattro lettere per quattro, ritrovandosi poi il giorno dopo intontiti dalla stanchezza in ufficio”.

Una fase naturale, ma breve. “L’uso moderato è positivo”, continua l’esperto di di Internet-dipendenza, in quanto “quando giochi, stacchi totalmente dalla realtà, sei totalmente assorto. Si tratta di una fase naturale, ma breve, che proprio come la pausa caffè è utile al pensiero cognitivo per poi funzionare meglio”.

Ruzzle si, ma con moderazione. Svagarsi con il gioco tormentone del momento non è quindi assolutamente dannoso se ci si approccia al gioco con moderazione.
La discriminante è quindi il tempo, in quanto, avverte Tonioni: “concedersi maratone al telefonino, perdendo di vista la lancetta dell’orologio e ritrovarsi poi a saltare il pasto o dormire solo poche ore, tanto stanchi da andare in ufficio intontiti non è funzionale alla realtà, e si trasforma in un hadicap”.

In tal senso, vi farà sicuramente sorridere la comunità virtuale di sostegno ai mariti delle Razzolate, un Gruppo di Ascolto antiRuzzle che prende il nome di Razzol for Husbands ed arriva in aiuto dei mariti delle “Ruzzle addicted”. Un sostegno virtuale, una speranza reale: “Non siamo soli. Ci sono loro che con un corso con un team di professionisti ci aiuteranno a tornare a vivere. Forse”.

Tratto da www.fanpage.it ©

31 Gennaio 2013