La Germania e la crisi dell’euro

Molto spesso i nostri politici e giornalisti, nonché la nostra opinione pubblica, se la prendono con l’intransigenza della Germania nell’ostacolare gli aiuti ai Paesi che più soffrono per la attuale crisi economica. Si dice che i tedeschi non devono dimenticare il grande aiuto finanziario che hanno avuto dall’Unione Europea in occasione della loro riunificazione. Quell’aiuto fu necessario per coprire la differenza tra il valore effettivo tra il marco dell’ovest e quello dell’est, che i tedeschi, contro la realtà economica e finanziaria, vollero, dello stesso valore. Si dice che dovrebbero anche tenere presente che la loro economia, già forte, viene rafforzata proprio perché attira moltissimi capitali dei Paesi in sofferenza. Attira tanti capitali che i bond tedeschi continuano a essere acquistati anche se offrono addirittura interessi negativi. Si mette in evidenza, infine, che, se crollasse l’economia dei Paesi in difficoltà, i tedeschi subirebbero dei danni gravissimi. Infatti un marco troppo forte bloccherebbe le esportazioni della Germania e la sua economia imploderebbe.

Tutto ciò mi sembra vero, anche se sono, un comune uomo della strada e non un illustre economista. Dico, però, che capisco che i tedeschi chiedano delle garanzie di restituzione per l’elargizione degli aiuti finanziari da parte dell’ Unione Europea, e, in pratica, dai Paesi che hanno l’economia più prospera. Hanno ragione, cioè, nel chiedere che i Paesi in difficoltà adeguino i loro bilanci a regole comuni. Certamente questo principio ridurrebbe la sovranità dei singoli Stati, ma sarebbe giusto accettarlo se si ponessero, nello stesso tempo, dei “paletti” che non consentano ai Paesi più forti di asservire i più deboli. Occorre, cioè, un organo sovranazionale che adotti
delle decisioni al di sopra della volontà dei singoli Stati. La cosa migliore sarebbe la costituzione di un autentico stato federale, democratico, che facesse valere verso tutti la propria politica e le proprie leggi. Alla base di tutte le diverse prese di posizione ho, comunque, l’impressione che ci sia il fatto che ancora non ci sentiamo europei. Ciò non mi meraviglia, dato che troppe volte stentiamo a sentirci solidali persino tra italiani. … Purtroppo.

31 Dicembre 2012