Italia tra speranza di rinascita e paura di declino

L'opinione di Vittorio Guillot

Che l’Italia ed il suo sistema socio-politico siano in crisi profonda e comatosa è un fatto che non può essere negato neppure dall’individuo più imbecille. Mi sembra, piuttosto, che i cittadini, si dividano in due categorie: Quelli che sperano in una rinascita e quelli che non ci sperano più. Se vogliamo ci sono anche quelli che soffrono per questa situazione e quelli che ci mangiano sopra a quattro ganasce. Io credo che la decadenza , fatta deflagrare dalla crisi economica, sia dovuta alla generalizzata mancanza di quei valori indispensabili per orientare la politica e la vita collettiva e , conseguentemente, alla perdita di coscienza del ruolo che un popolo deve svolgere nel mondo. Sono certo, infatti, che solo se si credesse in quei valori e si avesse quella coscienza si troverebbe la forza per reagire alle difficoltà, persino ad una guerra, e si troverebbe la forza per effettuare quei cambiamenti costituzionali e istituzionali necessari per rendere le strutture pubbliche più snelle ed adatte a svolgere celermente, con la minor spesa di pubblico denaro e con maggior efficienza, tutti i servizi indispensabili per la vitalità di un popolo. Si troverebbe, soprattutto, la forza per effettuare certi cambiamenti di comportamento che darebbero vigore all’Italia se fossero attuati sia dalle classi dirigenti, politiche e non solo, che dai più modesti individui. Quei valori, in altri termini, sono indispensabili per individuare degli obiettivi solidi e non effimeri e le vie da seguire per raggiungerli e far emergere le forze addormentate o nascoste ma potenzialmente presenti nella società italiana. Se, invece, continuerà a mancare questo slancio vitale , la politica continuerà ad esprimersi secondo il miserabile cliché che rende asfittico questo popolo e consente ai soliti politicanti di lucrare sulla miseria , sui vizi e sulla debolezza generale. Continueremo, cioè, a vivacchiare legati a questa partitocrazia ed a questo ectoplasma di inefficiente ‘repubblica parlamentare’, dissociata dalle reali esigenze e volontà della nostra gente. Purtroppo non vedo, né a destra ,né a sinistra né da nessuna altra parte un movimento, un partito, un uomo od un qualcuno che proponga valori e vie d’uscita dal vicolo cieco in cui ci hanno cacciati decenni di ottusità. Non sono un nostalgico della ‘prima repubblica’ ed anzi credo che i mali che oggi ci affliggono nascano proprio da lì e dalle carenze ed ambiguità della nostra Costituzione. Ai tempi della prima repubblica, però, i partiti, almeno in apparenza , avevano dei progetti fondati sulle tanto detestate ‘ideologie’, anche se alcune di esse, come quella del marxismo totalitario , erano assolutamente rivoltanti. Oggi, invece, , mi pare che la coscienza sociale sia largamente anestetizzata da una terribile indifferenza, generata da un assoluto relativismo che intossica i valori collettivi in cui un popolo dovrebbe credere per avere fiducia in se stesso e nel suo futuro . Insomma, oggi la politica non ha una anima. Intendiamoci, io non credo affatto nella giustezza e nell’ utilità di valori imposti autoritariamente dall’alto. Non credo neppure, come invece era predicato dagli apostoli dei vari totalitarismi, quali, ad esempio, Marx, Lenin Gramsci, Hitler , Rosemberg e Goebbels, che sia cosa buona e giusta che qualcuno occupi ed egemonizzi i centri in cui si forma e diffonde una certa ideologia per poi inculcarla in un popolo manipolandone e plasmandone la mentalità e la volontà. Io , addirittura , credo nell’importanza di un ‘relativismo critico ’ che, ponendo dei dubbi metodici, stimoli la ricerca della verità più autentica. Soprattutto credo nella libertà di qualsiasi uomo, dato che la conquista della verità è fondata sulla convinzione personale e non può essere imposta con un decreto, una scomunica od una fatwa. Detesto, piuttosto, in relativismo assoluto, oggi imperante , inteso come dogmatica impossibilità di arrivare a verità certe , oggettive, o ad altrettanto certe falsità, che sono il rovescio della medaglia . Se così fosse , se non fossimo certi di niente, non potremmo neanche azzardarci di fare un passo perché non sapremmo se andremmo avanti o voleremmo su Marte. Piuttosto , anche se so di dire una banalità e di scoprire l’acqua calda, è evidente che ogni cosa ha una sua realtà oggettiva . Ciò porta a negare il relativismo assoluto che ,d’altra parte, è stato respinto ,in fisica, persino dallo stesso Einstein che affermò l’esistenza di una costante assoluta, la velocità della luce. Lo stesso insieme spazio-tempo, per certi aspetti è un ‘assoluto’ compreso tra il Big Bang e la fine del tutto fisico. E’ stato respinto anche da altri scienziati che hanno scoperto i valori assoluti della costante gravitazionale, della costante di Planck e della costante di Boltzman. Aggiungo che questo fantasioso relativismo assoluto mette assurdamente sullo stesso piano tutte le azioni che implicano delle scelte morali. Portando alle estreme conseguenze questo ragionamento , vediamo , infatti, che, per questo deleterio relativismo, i criminali che misero nei forni milioni di ebrei, quelli che sterminarono gli oppositori nei gulag sovietici e quelli che anche oggi affamano il mondo sarebbero rispettabili quanto madre Teresa di Calcutta. A voi sta bene questo modo di vedere le cose? A me no! Credo, piuttosto, che il rispetto dei valori umani fondamentali serva per sviluppare le capacità, le qualità e le tendenze positive dell’uomo ‘in generale’. Certo , l’ uomo ‘in generale’ è una astrazione ideale mentre ciò che realmente esiste sono gli uomini singoli, diversi gli uni dagli altri, che vivono, od hanno, vissuto in luoghi e tempi determinati . Gli uomini, cioè, che , per questa ragione, sono limitati dalla loro stessa natura e condizionati da molte cose, specialmente dall’ambiente naturale , dall’ economia, dall’epoca storica e dalle culture che proteggono e formano i popoli e ne orientano la coscienza collettiva. Piuttosto, l’uomo ‘in generale’ che, in definitiva, è ideale e perfetto, potrebbe costituire un polo di attrazione che attira il progresso di una umanità che si muove per l’impulso che ogni singola persona le da con un contributo diverso da soggetto a soggetto. Per quanto mi riguarda , spero che l’Italia ritrovi i valori che hanno animato la sua civiltà, sappia aggiornarli ed adeguarli ai tempi attuali e che , in tal modo, sappia superare la tremenda crisi in cui si dibatte. Se saprà farlo ritornerà ad essere un grande Paese, viceversa sarà fregata irrimediabilmente.

8 Marzo 2016