In migliaia in piazza per celebrare i cent’anni del movimento scout

Tantissimi bambini, ragazzi e adulti, in una Piazza d'Italia affollata, hanno festeggiato assieme i cento anni dello scautismo a Sassari e la Giornata del pensiero, celebrata in contemporanea in tutto il mondo.

Migliaia di fazzolettoni colorati che si agitano al ritmo delle canzoni e della musica, in una piazza d’Italia affollata da tanti bambini, ragazzi ma anche adulti, uniti per festeggiare assieme i cento anni dello scautismo a Sassari e la Giornata del pensiero, celebrata in contemporanea in tutto il mondo. Si è conclusa domenica con una messa e tanti giochi nel salotto buono della città la grande festa del movimento scout. Due giornate, sabato e domenica, vissute come in una sorta di viaggio, un tuffo tra il passato e il presente, ma tenendo sempre bene a mente i valori portanti dello scautismo, quelli delineati nel 1907 dal fondatore sir Robert Baden Powell.

Quello scout è un movimento mondiale che coinvolge oltre 38 milioni di persone, tra bambini, ragazzi, giovani e adulti, e si è diffuso in 216 Paesi del globo grazie ai valori fondamentali: salute e forza fisica, abilità manuale, formazione del carattere e servizio del prossimo.

Sassari non si è sottratta a questa ondata di energia e di entusiasmo e ha accolto lo spirito dello scautismo. Era il mese di febbraio 1916 quando a Sassari, per opera di padre Luigi Deligia, venne “immatricolato” in Sardegna il primo gruppo scout Asci (associazione scout cattolici italiani) nella chiesa di Santa Maria, il 27esimo in Italia.

E sabato, al convegno “100 anni di scautismo nella zona di Sassari, cento anni di educazione”, la ricostruzione fatta dallo storico Franco Lecca è stata puntuale e a tratti commovente. Una storia fatta da giovani e adulti che, in cento anni, hanno contribuito alla crescita dello scautismo, passato dagli albori del primo dopoguerra agli anni bui delle leggi fasciste che vietavano forme associative che non fossero riconducibili a quelle del regime. Inizia il periodo della “giungla silente”, ha ricordato lo storico Franco Lecca, che però non mise mai a tacere il movimento. Quindi gli anni del secondo dopoguerra, la capacità di recupero dell’Italia e assieme la crescita del progetto e modello educativo degli scout che trova solide basi nella lealtà, amicizia e fedeltà. Una validità che, ha sottolineato l’assistente ecclesiale regionale Agesci don Salvatore Fois, è data anche dalla capacità di mettere assieme una continuità generazionale tra passato e futuro, di trasmettere alle future generazioni quello scautismo con caratteristiche che non possono mutare. Che creano una crescita anche interiore, personale, che – ha rimarcato Alessandra Biddoccu capo scout di Alghero – porta alla responsabilità, all’autonomia, alla collaborazione e condivisione, all’esperienza di democrazia. Un cammino che prima ha portato alla formazione del gruppo femminile Agi, quindi alla sua fusione con l’Asci per creare l’Agesci e che, ha detto il sindaco di Sassari Nicola Sanna, insegna a diventare veri cittadini, capaci di organizzarsi, di creare una comunità che porta con sé un messaggio di speranza e di innovazione. Un messaggio capace sempre di rispondere alle sfide del futuro e che, ha detto la pedagogista Laura Pinna, trova la sua validità nel tempo.

E la dimostrazione della grande validità del progetto educativo creato da BP, così gli scout chiamano il padre fondatore del movimento, è arrivata domenica in piazza d’Italia dove l’arcivescovo di Sassari padre Paolo Atzei e il vescovo emerito di Nuoro Pietro Meloni, in occasione della Giornata del pensiero hanno celebrato la messa davanti a un esercito di quasi mille tra esploratori, lupetti, coccinelle, guide, rover e scolte.

All’incontro, davanti all’altare allestito sulle scale che conducono al palazzo delle Provincia, c’erano tutti i gruppi della città: Sassari 2 “Santa Maria”, Sassari 3 “San Nicola”, Sassari 4 “San Giuseppe”, Sassari 5 “San Vincenzo”, Sassari 7 “Sacro Cuore”, Sassari 8 “Sacra Famiglia” e Sassari 9 “Santissimo nome di Gesù – Ottava”. Quindi Alghero 1 “San Francesco”, Alghero 2 “San Michele”, Alghero 3 “Madonna del Rosario”, Alghero 4 “San Giuseppe” e Alghero 5 “San Giovanni Bosco”, e ancora Porto Torres 1 “Santo Spirito”, Olbia 1 “Nostra Signora della Salette” e Ozieri 1 “Santa Maria Immacolata”.

Non sono mancati i momenti di gioco e un presidio fisso dei capi scout, all’interno di tende da campo, dove sono state presentate le vari attività, le iniziative in corso e in programma quindi le mostre fotografiche sui vari gruppi e la loro storia.

Uno spazio è stato dedicato alla solidarietà che rappresenta per gli scout una delle loro missioni. E così gli organizzatori hanno pensato di dedicare “la raccolta del penny” all’associazione Ponti Non Muri per la sua attività in Palestina. Prima dei saluti finali gli scout hanno rinnovato la Promessa.

22 Febbraio 2016