Genoveffa: una vecchia signora di mare che torna in libertà
Dalle rughe non si direbbe e non è certo carino dover dire l’età di una signora tartaruga. Anche perchè lei alla sua fisicità ci tiene molto. Stiamo parlando dell’ospite più anziano dell’Acquario di Alghero la caretta caretta che circa vent’anni fa è stata trovata con un amo nella gola e la lenza impigliata nella lingua. Ha rischiato di morire ma è stata salvata e fino ad oggi è rimasta ospite nelle vasche , anche se un po strette per lei, rispetto al nostro golfo, dove ha deliziato e incuriosito migliaia e migliaia di bambini. Genoveffa, questo il suo nome è ormai più anziana ma la cosa peggiore è che anche a questa età dovrà imparare a cavarsela da sola. Il suo destino, la libertà, dovrebbe essere ritrovare la via del mare, ma non sarà facile. Dovrà capire come procurarsi il cibo che puntualmente il signor Caminiti nell’acquario gli faceva trovare goni giorno. Sgombro fresco, 4 euro di pesce di qualità.
E poi le grandi nuotate, in una vasca d’acquario non può fare grandi spostamenti, in mare aperto tutta un’altra storia. E poi, si è parlato alcune volte di maltrattamenti verso questo povera creatura marina, ma la verità è che l’acquario di Alghero è una struttura vecchia con più di 40 anni, si fanno i miracoli, ma le spese ci sono e sono troppe per l’effettivo introito che può rendere oggi l’acquario. E non è tanto una questione di spazio, perché Genoveffa aveva a disposizione più acqua di quella prevista dai regolamenti ministeriali , ma un fatto di tecnologia: «temperatura controllata, luce solare o raggi ultravioletti, ricambio adeguato dell’acqua». Accorgimenti costosi, impossibili per un acquario che galleggia e che risente la crisi come tutte le attività della Rivera. Quindi per Genoveffa è ora di sperimentare di nuovo la vita vera, anche se il passaggio non sarà senza traumi. La riabilitazione all’habitat naturale avverrà ad Oristano per poi venire restituita alla sua realtà. Era quasi diventata claustrofobica, ora respirerà a pieni polmoni.