“Faro di Capo Caccia resti in mani pubbliche”: mozione del centrosinistra

Con la stessa mozione si chiede anche di definire il passaggio formale dell’ex batteria di Punta Giglio e della Torre di Fertilia anch’essi di Proprietà del Demanio, al patrimonio della Regione

“Il faro di Capo Caccia deve restare in mani pubbliche e deve essere impedita la vendita da parte dello Stato”. Lo ribadiscono i consiglieri comunali Mimmo Pirisi, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Ornella Piras, Raimondo Cacciotto, Valdo Di Nolfo e Mario Bruno.

I consiglieri del Pd, Per Alghero, Futuro Comune e Sinistra in Comune chiedono con forza di attivare tutti gli atti per chiedere alla Regione di ricorrere all’art.14 dello Statuto e di definire in commissione paritetica il trasferimento dell’edificio dei faristi e del terreno circostante al faro di Capo Caccia alla stessa Regione Sardegna con la possibilità una volta acquisito di essere in un secondo tempo assegnato al Comune di Alghero e all’Ente Parco per lo svolgimento delle attività istituzionali di tutela e promozione ambientale.

I consiglieri di centrosinistra, attraverso una mozione in Consiglio Comunale, vogliono impegnare il Sindaco Conoci a fare le dovute pressioni a Cagliari perché venga scongiurato il rischio altissimo di veder ceduto il faro a privati da parte dello Stato, attraverso Difesa Servizi SpA, come riferito anche dal Direttore del Parco di Porto Conte, in seduta pubblica.

Con la stessa mozione si chiede anche di definire il passaggio formale dell’ex batteria di Punta Giglio e della Torre di Fertilia anch’essi di Proprietà del Demanio, al patrimonio della Regione, come già deliberato dalla commissione paritetica nel marzo 2018, e successivamente il trasferimento formale e gratuito al Comune di Alghero.

“In particolare, l’ex batteria di Punta Giglio ha visto la definizione del passaggio alla Regione in commissione paritetica solo nel 2018, nonostante le interrogazioni in Regione subito dopo il trasferimento del bene dal demanio militare al demanio dello Stato, avvenuto nel 2010 – spiegano i consiglieri di opposizione – L’articolo 14 dello Statuto di Autonomia della Regione Sardegna prevede, come noto, che la Regione, nell’ambito del suo territorio, succeda nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali”.

7 Settembre 2021