Divieto di caccia al cinghiale nel Goceano

In prossimità dell’avvio del calendario venatorio previsto per il prossimo 3 novembre il Servizio di Sanità animale della ASL n.1 ricorda che è vietato l’esercizio della caccia al cinghiale nel territorio del Goceano dove si sono verificati diversi casi di peste suina africana. Tuttavia le compagnie interessate all’esercizio della caccia grossa nella zona infetta, che comprende i territori di Pattada, Nughedu San Nicolò, Bultei, Anela, Bono, Bottidda e Burgos, possono inoltrare apposita richiesta al Servizio Veterinario della ASL di Sassari che, sentito il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, può autorizzare i cacciatori all’esercizio della caccia al cinghiale nel rigoroso rispetto delle norme igienico sanitarie intese a ridurre il rischio della diffusione della PSA.

L’autorizzazione alla caccia in deroga è subordinata alla disponibilità di un locale per lo stoccaggio delle carcasse all’interno dell’area infetta in cui sia garantita la presenza di energia elettrica, acqua potabile, cella frigo, disinfettanti idonei e fossa per lo smaltimento dei visceri o carni. I veterinari della ASL da ogni cinghiale abbattuto provvederanno al prelievo di campioni di sangue, milza e diaframma nonchè alla compilazione della scheda di segnalamento e alla consegna dei campioni all’ Istituto Zooprofilatico della Sardegna. Sino al ricevimento dell’esito delle analisi le carni dei cinghiali devono essere separate individualmente, identificate e stoccate in cella mentre i visceri e le carni non destinate al consumo devono essere trattate con modalità volte a scongiurare la diffusione dei virus pestosi.

L’obiettivo della ASL di Sassari attraverso il programma di controllo sanitario del cacciato è quello verificare la situazione epidemiologica. “La dimostrazione dell’assenza di circolazione virale nei cinghiali” spiega Francesco Sgarangella, Direttore del Dipartimento di Prevenzione “è di fondamentale importanza per il controllo della malattia nel territorio e per la tutela degli allevamenti domestici, oltre che necessaria per consentire la revoca delle aree infette”. I controlli consentiranno inoltre di escludere la presenza della trichinellosi, causa di importanti implicazioni di natura clinica per il consumatore di carni parassitate e di monitorare altre importanti patologie trasmissibili all’uomo, quali la tubercolosi e la leptospirosi che negli ultimi anni hanno interessato il patrimonio zootecnico del territorio del Goceano.

Durante la trascorsa stagione venatoria i controlli nel territorio della ASL di Sassari sono stati circa 500 dei quali 70 in area infetta. L’obiettivo del Servizio di Sanità animale quest’anno è quello di raggiungere un campionamento minimo di 96 prelievi nell’area del Goceano, sufficiente per poter avviare le procedure di revoca e avere informazioni attendibili sulla situazione sanitaria del selvatico. Per sensibilizzare i cacciatori il Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria di Sassari ha già avviato una serie di riunioni formative e informative nei comuni di Bono e Pattada e prossimamente altri incontri verranno promossi in altre zone al di fuori dell’area infetta come ad esempio Nulvi e Villanova Monteleone dove è importate monitorare la situazione epidemiologica.

29 Ottobre 2013