Cappellacci: “Napolitano scelta coraggiosa per superare l’impasse”

“Una scelta che va oltre le fazioni per superare impasse istituzionale”. Lo ha dichiarato il governatore della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, subito dopo l’elezione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “In questi giorni la politica ha dato uno spettacolo imbarazzante, riducendo l’elezione del capo dello Stato ad una sorta di resa dei conti tra comari eccellenti, ad una vicenda interna di partito. Il secondo mandato del presidente Napolitano, di cui dobbiamo apprezzare il coraggio e la disponibilità, deve essere interpretato come un ponte verso la Terza Repubblica e verso una stagione di riforme indispensabile per dare nuova forza alle istituzioni, affinché possano affrontare con determinazione una fase difficile per il Paese e costruire una ripresa che non sia solo economica, ma anche sociale e morale”.

Unità Nazionale. “La vera riforma – ha proseguito Cappellacci – è il raggiungimento di una piena ed effettiva unità nazionale attraverso il superamento dell’inaccettabile divario tra il Nord da un lato e le regioni meridionali ed insulari dall’altro. Un’unità oggi minacciata non solo dalle spinte disgregatrici che mettono a dura prova la nostra compagine sociale, ma anche e soprattutto da ferite che, dopo centocinquant’anni restano aperte in tutta la loro gravità e sulle quali sono ancora molte ed evidenti le amnesie dello Stato. Tra esse – evidenzia Cappellacci- spicca la questione sarda, che non può non essere percepita e trattata come questione nazionale ed inserita nell’agenda politica nazionale, con pari dignità rispetto ad altri territori”.

“La nostra terra – ha aggiunto Cappellacci- non ha mai invocato nuove forme di assistenzialismo, ma rivendica con determinazione quanto spetta di diritto al popolo sardo per poter camminare con le proprie gambe e in particolare per superare quel limite oggettivo rappresentato dalla condizione di insularità. Allo stesso modo non accettiamo che la Sardegna e il Meridione d’Italia siano tenuti in uno stato di soggezione, nel quale i diritti dei cittadini sono ridotti a benevola e solo eventuale concessione. L’Italia può raggiungere l’obiettivo di un nuovo protagonismo in sede europea solo se saprà liberare le potenzialità ancora inespresse di tutti i suoi territori”.

“Chiediamo la massima attenzione – continua Cappellacci- sulle questioni rispetto alle quali siamo stati costretti a rivolgerci ai giudici costituzionali per tutelare i nostri diritti verso un governo restio a dare risposte concrete su nodi cruciali, come quello relativo alle entrate dovute ai sardi e ad un’equa revisione del patto di stabilità. Sono ben quindici – evidenzia il presidente- i conflitti che vedono la Regione e lo Stato contrapposti. Al capo dello Stato chiediamo di ricondurre la dialettica sul piano della normale e leale collaborazione istituzionale. Solo attraverso il dialogo può essere promossa, anche fuori dai palazzi della politica, quella coesione sociale indispensabile ad affrontare le avversità della crisi economia internazionale e soprattutto le questioni rimaste irrisolte per molti decenni”.

20 Aprile 2013