Appello per Alghero città solidale con la Palestina
Un gruppo di associazioni indirizza un appello al Sindaco di Alghero e al Presidente del Consiglio Comunale chiedendo la convocazione di un Consiglio Comunale aperto che discuta il genocidio perpetrato a Gaza

Le associazioni Gruppo “Alghero per Gaza”, Emergency SS-Alghero, Asce – Associazione Sarda Contro l’Emarginazione, Circolo Arci Micromeria, Alghero Antifascista, Collettiva Dignitat e GUS – Gruppo Umana Solidarietà, indirizzano un appello al Sindaco del Comune di Alghero, Raimondo Cacciotto e al Presidente del Consiglio Comunale, Beniamino Pirisi, chiedendo la convocazione di un Consiglio Comunale aperto che discuta il seguente ordine del giorno: condanna di Israele per il genocidio perpetrato a Gaza e la pulizia etnica in tutta la Palestina occupata in violazione del diritto internazionale; interruzione di ogni rapporto di collaborazione con Israele e invito a fare pressione verso il governo nazionale per un embargo sulle armi e il rispetto di quanto stabilito dai tribunali internazionali Riconoscimento dello Stato di Palestina; Azioni concrete di solidarietà e collaborazione con il popolo palestinese: invito a conferire la cittadinanza onoraria al medico dr. Ghassan Abu Sittah e a sostenere la sua Fondazione per la cura e la riabilitazione dei bambini feriti.
“Siamo cittadine e cittadini di Alghero che da oltre 640 giorni assistono con orrore e sgomento al genocidio in corso a Gaza e alle violenze in tutta la Palestina occupata da parte di Israele, contro ogni regola del diritto internazionale. Ci chiediamo come sia possibile restare in silenzio davanti allo sterminio di un popolo, davanti alle immagini apocalittiche di distruzione di una città tra le più antiche e ricche di storia del Mediterraneo. Ci chiediamo come sia possibile, dopo aver studiato l’Olocausto e aver letto i libri di Primo Levi, non riconoscere ancora una volta in atto l’orrenda macchina di annientamento dell’uomo sull’uomo, attraverso il processo di disumanizzazione, di criminalizzazione e quindi di efferata eliminazione. Questo livello di atrocità è stato reso possibile da decenni di occupazione coloniale e impunità per i crimini commessi da Israele verso i palestinesi, in violazione del diritto internazionale e delle convenzioni dei diritti umani, come riconosciuto dalle numerose risoluzioni ONU mai rispettate, come documentato dai numerosi rapporti delle Nazioni Unite (https://www.unocha.org/), da Amnesty International, da Francesca Albanese nel suo ruolo per l’ONU di Relatrice speciale per i Territori Palestinesi Occupati, dalle stesse organizzazioni israeliane (BtSelem, Breaking the Silence) e da storici come Ilan Pappé. Ora, di fronte ad un genocidio trasmesso in diretta sui nostri cellulari, il silenzio delle istituzioni democratiche del nostro paese è inaccettabile, a cominciare dal governo nazionale, il quale si rende anche complice di questo crimine continuando a fornire armi e ogni altro genere di sostegno al governo di Israele. Riteniamo che ogni istituzione democratica debba prendere posizione, condannando Israele, chiedendo l’embargo sulle armi e interrompendo ogni rapporto di natura commerciale, culturale, accademica, scientifica. Solo in questo modo il massacro sarà fermato. Dall’altra parte, vi è la necessità che al popolo palestinese venga riconosciuto il suo diritto all’autodeterminazione. Il riconoscimento dello Stato di Palestina è l’atto simbolico che ogni ente locale può approvare, per rivolgere poi l’appello agli organi di governo nazionali. Inoltre è necessario che vengano promosse tutte le iniziative atte a studiare e conoscere, stabilire relazioni e collaborazioni con le istituzioni e le organizzazioni della società civile palestinese, in modo da smantellare il risultato di decenni di propaganda israeliana che ha dipinto i palestinesi come terroristi e realizzare esperienze di solidarietà concreta. Riteniamo che anche la città di Alghero debba prendere una posizione esplicita davanti a questi crimini contro l’umanità per riaffermare il diritto internazionale, così come stanno facendo tante amministrazioni comunali in Sardegna e in tutta Italia”.