Alghero, spaccio di droga: sgominata baby gang

Spaccio in città: 8 provvedimenti restrittivi, 4 agli arresti domiciliari e 4 in comunità; altri 6 soggetti con restrizioni di dimora

I Carabinieri della Compagnia di Alghero questa mattina hanno eseguito 8 provvedimenti restrittivi dell’Autorità Giudiziaria di Sassari a carico di 4 maggiorenni (1 in carcere e 3 ai domiciliari) e 4 minorenni (in comunità), a conclusione di un’attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti che avveniva nei giardini pubblici di fronte alle scuola media Tarragona ed al Convitto di Alghero. Ulteriori provvedimenti di obbligo di dimora con permanenza domiciliare nei confronti di 6 soggetti (1 maggiorenne e 5 minori) sono stati emessi dal Tribunale di Sassari e dal Tribunale per i Minori. L’attività è nata ad inizio estate successivamente ad alcune segnalazioni di privati cittadini che, mentre si trovavano al parco con i propri figli, avevano notato alcuni giovani cedere stupefacente ad altri coetanei. Da qui l’attività d’indagine che fin dall’inizio ha avuto come scopo quello di arginare il fenomeno dell’uso degli stupefacenti tra i minori e il conseguente proselitismo effettuato dai soggetti più grandi. Le indagini hanno consentito nel tempo di rinvenire e sequestrare sostanze stupefacenti del tipo marijuana/hashish per 150 grammi circa e di arrestare in flagranza di reato 2 minorenni e denunciarne 7.

Il sodalizio criminoso era capeggiato da Durgoni Emanuele, Serra Alessandro, Diana Giovanni Mirko, Peronnia Giovanni Antonio, già conosciuti alle forze dell’ordine, e D.G. che di fatto erano i soggetti maggiorenni che gestivano il traffico dello stupefacente e rifornivano i minori che a loro volta cedevano ad altri coetanei. In particolare Durgoni Emanuele, per il quale è stato emesso un provvedimento restrittivo in carcere, è stato trovato in possesso della contabilità gestionale dello stupefacente dalla quale risultano debiti di alcuni minori per cifre che si aggirano mediamente intorno ai 300 euro a testa con punte di 1000 euro.

Per quanto è stato ricostruito fino ad oggi, alcuni maggiorenni hanno inizialmente fatto attività di proselitismo pagando loro stessi i più piccoli per poter provare l’ebbrezza dello spinello. Dopo “il primo sballo” alcuni diventavano clienti e successivamente spacciatori per potersi permettere l’uso quotidiano dello stupefacente. Infatti si è appurato che la droga una volta arrivata nelle mani dei capobanda, veniva da questi affidato “a credito” ai coetanei che provvedevano a smerciarlo direttamente ai loro clienti. Una volta terminato il quantitativo i “cavallini” dovevano riconsegnare i soldi ricavati per ottenere altro stupefacente da spacciare.

Molto spesso accadeva che i ragazzi, presi dall’ebbrezza dello spinello, consumavano più stupefacente di quello che riuscivano a vendere indebitandosi anche per cifre elevate e in alcuni casi compensavano ricorrendo all’oro sottratto presso le proprie abitazioni facendolo rivendere ai Compro Oro dai maggiorenni: infatti, diverso l’oro recuperato dai Carabinieri nei mesi scorsi e restituito ai legittimi proprietari che in alcuni casi non si erano resi conto della sottrazione da parte dei loro figli. Il quadro probatorio è stato poi confermato da dichiarazioni rese da clienti e spacciatori appartenenti al sodalizio prevalentemente minori che, sorpresi in possesso di marijuana, hanno confessato di averla acquistata da alcuni degli indagati.

23 Dicembre 2013