Alghero, medici a convegno sulle malattie dell’intestino
I maggiori esperti italiani a confronto l’11 e il 12 dice mbre nei locali del Quarter Sayal

La creazione di ambulatori integrati tra gastroenterologo e reumatologo, la figura del chirurgo e dell’infermiera dedicata. Il futuro delle malattie infiammatorie intestinali è nella sinergia: specialisti di tutti gli ambiti professionali dovrebbero lavorare in équipe e collaborare alla diagnosi precoce e alla cura di queste patologie, caratterizzate spesso da manifestazioni cliniche al di fuori dell’apparato digerente. Sono i temi al centro del convegno “Aggiornamento sulle MICI: dalla letteratura alla pratica clinica” in programma domani e sabato ad Alghero al Quarter Sayal, curato dal responsabile scientifico Giammarco Mocci, specialista presso la Struttura complessa di Gastroenterologia dell’Ospedale Brotzu di Cagliari, e responsabile per il Sud Italia e le isole della Società Italiana di GastroReumatologia (SIGR).
Il calendario dei lavori. La due giorni, in programma dalle 14.30 alle 19.00 di domani (venerdì) e dalle 8.30 alle 13.00 di sabato, vedrà la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti regionali e nazionali di gastroenterologia e reumatologia, che affronteranno i temi più attuali legati alla cura e alla gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), note anche come Malattia di Crohn e Rettocolite ulcerosa. Si tratta di patologie che colpiscono per lo più i giovani, con un picco di incidenza tra i 20 e i 30 anni. I numeri del fenomeno in Italia e nell’isola – Guardando al numero delle esenzioni per patologia, attualmente a livello nazionale si contano oltre 150mila persone con una diagnosi certa di MICI. Di queste, circa 2.300 vivono e sono curate in Sardegna. Si tratta di dati sicuramente sottostimati, perché si può essere affetti da una di queste malattie, ma risultare esenti per altre patologie, per età o per invalidità.
Cosa sono e come si curano le malattie infiammatorie croniche intestinali. Le MICI sono tra le più ricorrenti patologie croniche nei paesi industrializzati e i nuovi casi sono in costante aumento. Al momento non esiste una cura definitiva, ma le nuove terapie biologiche hanno rivoluzionato il trattamento di queste malattie, migliorando sensibilmente la qualità di vita dei pazienti.
Le questioni ancora aperte. Nonostante i progressi degli ultimi anni, restano sul campo una serie di questioni controverse su cui il convegno punterà i riflettori, come il ritardo diagnostico, l’efficacia e la sicurezza delle nuove terapie biologiche e il ruolo della chirurgia.
Nella foto: immagine d’archivio