Il Sulcis in protesta: “Ci autodenunciamo per ciò che saremo costretti a compiere”

Più di un centinaio davanti al Palazzo di giustizia. Sono pornti a tutto e davanti al procuratore hanno dichiarato “Ci vogliamo autodenunciare per ciò che siamo costretti a fare”. Una protesta che chiaramente non può essere accolta dal procuratore ma che dalle parole arriva ai fatti. “Vergogna, vergognatevi”. Parole indignate, che rimbombano negli altri dei palazzi. Hanno protestato così stamani a Cagliari un centinaio di aderenti al comitato spontaneo Sulcis in lotta. La decisione era stata presa sabato a conclusione di un’assemblea che si era tenuta a Carbonia. E da Carbonia, nelle prime ore di questa mattina, sono partiti tutti manifestanti a bordo dei loro mezzi. Sono stati ricevuti dal procuratore come da loro richiesta ma è ovvio che la loro autodenuncia è improponibile. Il procuratore li ha calmati chiedendo loro di protestare in modo pacifico ma anche questa richiesta per i lavoratori diventa ormai insignificante.
Questa mattina c’erano operai delle fabbriche in crisi, come l’Alcoa, esponenti del Movimento delle partite Iva, allevatori, agricoltori e dai giovani del gruppo “I figli della crisi”. “Quello che stiamo prospettando ai nostri figli è un futuro senza futuro” Gridano questo, la disperazione di padri di famiglia è ormai oltre i limiti consentiti se mai possono esistere. Hanno ragioni inconfutabili quando dicono che si sentono abbandonati.Perchè da Roma non possono aspettarsi certamente quell’aiuto che la Sardegna deve chiedere a gran voce, unita, senza alcuna divisione politica.Dure le parole contro il presidente della regione come duro è l’assetto ormai da guerriglia. Il Sulcis è morto, e questa gente ha poco o nulla da perdere.