«Setmana Santa, non si trasformino le processioni in uno spettacolo folcloristico»

L'opinione di Giancarlo Ballone

Siamo ai preparativi per la Setmana Santa, la storica e meritoria Confraternita della Misericordia si accinge ad organizzare le processioni come ogni anno affinché tutto vada per il meglio. Spero che il loro presidente non si faccia convincere dai politicanti a stravolgere les nostres porcessò trasformandole in uno spettacolo folcloristico. Vorrei ricordare a questi signori, che decidono, che le processioni sono un rito religioso e tale deve rimanere. Se intervenisse il nostro Bisbe farebbe una cosa buona e giusta, facendo rispettare il rito antico che è stato distorto con prepotenza, imponendoci musiche e canti non consoni alle nostre tradizioni. Questi canti li propongano per altri eventi, ma non per la nostra antica Setmana Santa. La gente verrà lo stesso anche se si ridurranno quelle figure in più che scimmiottavano altre tradizioni.

Nella scorsa Setmana Santa una cosa su tutte mi ha turbato: le sedie in piazza del Bisbe e il video esposto nella cara del teatre per spiegare l’evolversi della cerimònia a dins de la Catedral, e mostrare l’uscita della processione dall’antica Iglésia. Da sempre, lo bressol passa per il carrer del Bisbe, si ferma ed entra nell’ingresso della dimora del vescovo che gli rende omaggio. Vedere la gente, in quel tratto di strada, gente che certo non poteva definirsi formata da fedeli, starsene seduta come se assistesse ad un qualsiasi spettacolo, mi fece ribollire il sangue. Volevo urlare: maledetti, alzatevi in piedi almeno nel momento del passaggio della statua che rappresenta il Cristo morto per noi. Mi augurai che si danneggiasse il proiettore così quelle persone sedute comodamente si sarebbero alzate. E non mi vengano a dire che erano anziani, non lo accetto. Gli anziani erano in prima fila al passaggio del Cristo.

Nel frattempo un coro accanto all’ingresso della dimora del Bisbe cantava un canto in sardo. Con tutto il rispetto potevano evitarlo, permettendo al tradizionale coro di anziani che da anni cantano in algherese di eseguire i loro canti o quei goigs antichi che sono patrimonio nostro e non sardo, come vogliono far credere molti in malafede, poiché questi canti catalani ad Alghero si sono cantati da sempre. Esper que aquest any sigui l’escomenç d’allò que era una volta la nostre porcessò.

Giancarlo Ballone, 10 Marzo 2016