Piano Valorizzazione, nuovo attacco all’amministrazione Bruno

Nota dei rappresentanti di Patto Civico Alghero, NCD, Psd'az, PD e Gruppo Misto

Le osservazioni con cui la Regione ha dato riscontro alla proposta di variante urbanistica dell’area di bonifica, hanno indotto Patto Civico Alghero, NCD, Psd’az, PD e Gruppo Misto ad effettuare un secondo incontro sul tema, ritenendolo come prioritario perché andrà ad incidere sulla vita di centinaia di famiglie e di aziende agricole che operano in agro.

«In tal senso – si legge in una nota – desideriamo andare in profondità e segnalare all’opinione pubblica le gravi responsabilità politiche di chi amministra la città e, in alcuni casi, le decisioni di una parte della dirigenza comunale di cui sarebbe opportuno comprendere fino in fondo le ragioni e valutarne le conseguenze».

«In primo luogo dalla lettura delle osservazioni si evince la gravità della situazione riferita alle zone con vincolo con H3 dove terreni, oggi coltivati, verranno considerati non più agricoli che, per capirci, non potranno nemmeno essere zappati. Parliamo di 120 poderi, per un totale di 800 ettari che rischiano di poter essere più utilizzati in agricoltura. Solo la Cantina Sociale di Santa Maria la Palma andrà a perdere ben 140 ettari di vigneti. Pensiamo che in tal senso l’Amminstrazione comunale avrebbe dovuto dare incarico per una variante al PAI ben prima di avviare il Piano di valorizzazione della bonifica dando così risposta positiva a chi oggi teme invece di dover chiudere la porpria attività ed evitando esose spese per produrre osservazioni da parte dei cittadini che abitano ed operano in agro».

«Le dimensioni di questo disastro – si legge ancora – non hanno alcuna motivazione razionale, e non possono essere giustificate dalla fretta di dover adottare e poi approvare il tutto per consentire agli operatori di partecipare ai bandi UE sul Programma di Sviluppo Rurale (PSR) anche perché la maggior parte di questi bandi, oggi, è stata già evasa. Questa amministrazione si è ridotta ad agire all’ultimo secondo mentre è in carica da 3 anni, e non ha saputo o voluto da subito considerare l’opportunità di far redigere un piano serio e giusto».

«Vi è poi l’assoluta assenza di confronto, limitato all’esposizione dei principi in forma generica senza mai entrare nei dettagli e senza l’esposizione dei documenti definitivi. Inoltre ricordiamo che ci sono stati dei consiglieri di maggioranza che, nonostante avessero ed hanno tutt’ora interessi diretti nell’area di bonifica, sono rimasti, in aula votando l’adozione del PIano. Ricordiamo a tal proposito che i consiglieri dell’ NCD non presentarono emendamenti proprio per non incorrere in conflitto di interessi lasciando debitamente l’aula.Trattandosi di materia urbanistica, questi consiglieri di maggiora avrebbero dovuto lasciare l’aula, ma sono rimasti, forse costretti. Forse non condividevano nemmeno il contenuto del Piano, visto che almeno un consigliere di maggioranza ha poi sottoscritto le osservazioni fatte redarre, a proprie spese, dal Comitato Zonale Nurra, osservazioni che distruggono in toto quel provvedimento che egli stesso aveva votato qualche settimana prima».

«Ci chiediamo quali criteri stiano utilizzando i professionisti incaricati a metà maggio dall’Amministrrazione comunale per redarre il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) in funzione del Piano Urbanistico Comunale (PUC), e sopra tutto se terranno conto delle osservazioni protocollate dal Comitato Zonale Nurra».

«Sarà infine importante capire – continuano – se vi siano responsabilità da parte del corpo dirigente comunale che non ha voluto ammettere all’approvazione dell’aula, in fase di adozione del Piano, nessun emendamento presentato dal PD; infatti le proposte in aula del PD furono considerate “inammissibili” dal punto di vista tecnico. La Regione, con le proprie osservazioni invece conferma che quegli emendamenti non solo erano ammissibili, ma se fossero stati approvati avrebbero consentito di ridurre in maniera importante e sostanziale numerose criticità riscontrate dalla Regione, abbreviando i tempi che invece, per la bulimia decisionale di Bruno si dilatano non poco».

«A tal proposito desideriamo andare a fondo sulle responsabilità tecniche e prima di avviare eventuali azioni di responsabilità organizzeremo quanto prima un incontro-confronto con i tecnici regionali in modo da considerare, laddove emergano, eventuali incongruità che possano avere impedito ai consiglieri una visione più ampia di quei contenuti che hanno adottato in Consiglio comunale» – conclude la nota.

9 Luglio 2017