“Perchè è razzista lo slogan: da noi solo lavoratori italiani?”

L'opinione di Vittorio Guillot

La vita è proprio strana. Mai, infatti, avrei pensato di spezzare una lancia in favore dell’armatore delle Compagnie di Navigazione “Tirrenia” e “Moby Line” dati certi scambi di vedute non proprio simpatici ed amichevoli avuti in passato.  Spezzo questa lancia in suo favore per lo strampalato attacco a cui è stato sottoposto dalla ‘intellighenzia’, meglio direi ‘stupidenzia’, della sinistra nostrana per aver impostato la sua campagna pubblicitaria con lo slogan “Da noi solo personale italiano”. Apriti cielo! Ciò è bastato perché il sinistrume si scatenasse contro il personaggio accusandolo di essere razzista, fascista, xenofobo!  Peccato che questi sinistri siano di memoria corta ed abbiano rimosso il ‘can can ’ scatenato proprio dai sindacati, dai partiti e dai movimenti ‘rossi ‘ quando, una ventina di anni fa, una legge consentì agli italici armatori di formare i loro equipaggi con marittimi extracomunitari.  I nostri sinistri allora strillarono a pieni polmoni perché così si permetteva di pagare a quegli extracomunitari stipendi di poco superiori ai 500 dollari mensili e venivano sottoposti a condizioni più pesanti di quelle previste per gli italiani. Ci fu, addirittura, chi sospettò che alcuni armatori di navi da crociera non pagassero neppure gli stipendi perché quei marittimi stranieri avrebbero comunque racimolato dalle sole mance il doppio di quanto avrebbero guadagnato mensilmente nel loro Paese.

Contro questa normativa insorsero molti Comuni rossi, oltre a quelli di Molfetta e di Torre del Greco, che fondavano, e fondano, la loro economia in gran parte proprio sulle rimesse delle migliaia di lavoratori del mare. Si disse che quella legge favoriva gli sfruttatori dei poveri extracomunitari, costringeva alla disoccupazione i nostri marittimi e penalizzava in particolar modo   e duramente molte popolazioni del nostro Sud. Oddio, può sorgere il dubbio che quegli ‘ sbraitanti’ non fossero dei ‘rossi’ ma dei fascisti sotto mentite spoglie? O forse no, forse erano ‘rossi’ ma non facevano sul serio perché erano su ‘Scherzi a parte? O forse i nostri sinistri su ‘Scherzi a parte ‘ ci son finiti oggi?     E già, perché allora i nostri radical shit, non chic ma proprio shit, all’inglese, e i politicanti delle ‘50 sfumature di rosso’ sbraitavano contro l’imbarco degli extracomunitari, oggi, invece, sbraitano contro un armatore che, anche se nella sua libera attuazione della politica aziendale, riconosce sostanzialmente la validità di quegli strepiti e dichiara che tra i suoi circa 5000   dipendenti non vuole extracomunitari. A me sorge il dubbio che questa sinistra sia affetta da schizofrenia ma lascio la diagnosi agli illustri psichiatri.

Propongo, invece, ai lettori questa domanda di carattere più generale: Non credete che la apertura alle assunzioni indiscriminate degli extracomunitari arrechi un danno micidiale alla nostra classe operaia, che non può concorrere con chi si accontenta di stipendi che per noi sono decisamente da fame ma che consentono a costoro di far vivere decorosamente le loro famiglie nei Paesi di origine? Quanto ai nostri sinistri, mi chiedo se si rendono conto che aprendo indiscriminatamente il mercato del lavoro ’ agli extracomunitari, arricchiscono spudoratamente le lobby finanziarie e capitaliste in danno dei nostri operai. Si rendono conto che opponendosi alla regolamentazione delle immigrazioni vanificano per i nostri lavoratori la possibilità di un guadagno decente e compromettono, cioè, la loro ‘libertà dal bisogno ’, li mettono in mano a chi gli promette un tozzo di pane, anche in cambio dei loro diritti sociali e della loro dignità? Si rendono conto che distruggendo la libertà dal bisogno, di fatto distruggono la stessa libertà personale e la democrazia? Possibile che i sinistri non si rendano conto che, schierandosi di fatto dalla parte delle elites finanziarie, hanno abbandonato al suo destino l’intera classe operaia, che finisce per non votarli più? Forse che  gli sta tanto a cuore lo ‘jus soli’ perché, così, sperano di raccattare quei voti che gli consentirebbero di non sparire dalla scena politica? O forse no, forse, seguendo la logica del ‘tanto peggio, tanto meglio’, pensano che, portando globalmente lo sfruttamento capitalista al suo apice, dalla universale miseria possa scaturire la tanto agognata rivoluzione mondiale?  D’altra parte questa è una di quelle terribili idiozie per cui lo stesso Marx giustificò l’imperialismo ed il colonialismo.   

Vittorio Guillot, 4 Aprile 2018