Crisi agro pastorale, Tedde: «non servono promesse da marinaio fuori tempo massimo»

Il vice capogruppo di Forza Italia interviene a margine dell’incontro di alcuni esponenti del PD col Ministro Martina

«Sono fuori tempo massimo. Piuttosto che costringere il Ministro dell’agricoltura a fare qualche promessa da marinaio per tentare di depotenziare la grande manifestazione di protesta di Coldiretti del 1° febbraio, bene avrebbero fatto Pigliaru e la sua Giunta ad affrontare il tema del prezzo del latte e del pecorino sardo fin dall’inizio della legislatura e a nominare l’assessore dell’agricoltura che manca da due mesi». E’ il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ad intervenire a margine dell’incontro di alcuni esponenti del PD col Ministro Martina.

«In sintesi, il Ministro avrebbe tardivamente promesso il pagamento da parte dell’organismo pagatore AGEA dei contributi e degli incentivi del PSR 2014/2020 riferiti all’annualità 2015 relativi alle misure forestali, agroambientali e al miglioramento del benessere animale; l’inserimento del pecorino sardo fra le “derrate alimentari che l’Unione Europea acquisterà e distribuirà alle persone indigenti”; di attivare le linee di intervento per favorire lo sviluppo sostenibile del patrimonio zootecnico – ovino».

«E’ da due anni –denuncia Tedde- che il Consiglio Regionale e le rappresentanze del mondo agro pastorale lamentano il mancato funzionamento dell’organismo che gestisce e eroga i contributi dell’Unione europea e la necessità di procedere alla costituzione dell’organismo pagatore regionale. Lo stesso dicasi per l’inserimento del pecorino romano nei bandi degli indigenti. Ma la Giunta Pigliaru ha fatto orecchie da mercante».

«La verità –attacca l’ex sindaco di Alghero- è che la Giunta Pigliaru ed il centrosinistra sardo non hanno neanche iniziato a governare un comparto come quello agropastorale che soffre di crisi cicliche ma, soprattutto, presenta deficit strutturali. Ora occorre immediatamente mettere in campo misure per affrontare la crisi e sostenere il reddito del comparto, a partire dai pastori, ma bisogna intervenire con misure strutturali che incidano definitivamente sulle dinamiche del mercato al fine di minimizzare le possibilità che le crisi si ripresentino.  Basta pensare ai redditi dei manager della sanità sarda, una quota dei quali avrebbe potuto essere erogata ai pastori».

«Destagionalizzare, rendere remunerativi il prezzo del latte e del formaggio, certificare la qualità del latte sardo che deve essere riconoscibile al fine di acquisire nuove quote di mercato, mettere in campo strategie aggressive di comunicazione, programmare quantità delle produzioni e compensare i disagi logistici per la consegna del latte sono solo alcune delle misure che debbono incidere in modo definitivo sul mercato. Ma occorre anche la immediata nomina di un assessore dell’agricoltura che governi questi processi. Inizi finalmente la Giunta Pigliaru ad interessarsi di questo comparto –chiude Tedde- che oltre ad essere una delle colonne portanti dell’economia isolana costituisce la base delle nostre radici culturali.»

31 Gennaio 2017