“L’aeroporto di Alghero in freezer”

L'opinione di Andrea Delogu, portavoce cittadino di Forza Italia

Nei giorni scorsi, presso l’aeroporto di Alghero, si è svolto un incontro tra i rappresentanti della F2i, nuova proprietaria delle quote di maggioranza della Società di Gestione, il management della SO.GE.A.AL., esponenti politici del territorio, rappresentanti delle associazioni di categoria. Buoni assenti i rappresentanti della Regione Sardegna, impegnati – verosimilmente – presso gli altri due aeroporti di Cagliari e Olbia, ma anche nella affannosa ricerca di soluzioni a favore dell’aeroporto di Alghero, per il quale hanno speso, nel recente passato, molte notti insonni.

Dalle poche notizie utili trapelate dalla riunione, le più importanti sono due :

1.     La nuova proprietà e per essa il management della SO.GE.A.AL. non ha ancora presentato un piano industriale ed operativo circa il destino dell’aeroporto di Alghero.

2.     La colpa della crisi di voli e della conseguente crisi economica che ha investito il territorio sarebbe della scarsa attrattività di questo territorio nel mondo turistico nazionale ed internazionale.

Le considerazioni che emergono spontanee sono :

Al primo punto : è straordinariamente incredibile che un Organismo Finanziario, organizzato in maniera forte e comprovata su diverse gestioni aeroportuali nazionali, non abbia trovato, in due anni (tanto è durata la trattativa per l’acquisizione delle quote di maggioranza della SO.GE.A.AL) la possibilità di sviluppare il proprio piano di azione sull’aeroporto che stava andando ad acquisire, quando lo stesso sarebbe dovuto essere presentato unitamente alla domanda di partecipazione alla gara ed esaminato nel caso di più offerte (SIC!) e che ora debba quindi trascorrere il tempo utile per mettere a fuoco le problematiche ed esaminare quali possono essere le soluzioni.

Poco o per nulla credibile, questa interpretazione, per cui ogni ulteriore ritardo nella programmazione dello sviluppo della struttura aeroportuale autorizza a dare una diversa spiegazione circa l’avvenuta acquisizione, quella cioè di una “mission” che presenta gli stessi interrogativi di quelli presenti nella volontà di cedere la maggioranza delle quote di partecipazione a qualsiasi costo per il territorio : mettere l’aeroporto di Alghero in freezer.

Non credo che possano essere considerate azioni degne della nuova composizione della Società di gestione le ipotesi di perfezionamento, per la stagione 2017, di due collegamenti charter settimanali dalla Spagna e di un volo di linea bisettimanale EasyJet da Venezia, collegamenti che hanno in comune un particolare molto preoccupante e significativo : la decorrenza (fine Giugno – primi di Luglio) e la conclusione (fine Agosto – primi Settembre).

In un momento di crisi particolare è vero che tutto fa comodo, ma pensare di risolvere la esigenze del comparto turistico del territorio con collegamenti della durata di 2 mesi significa accreditare l’ipotesi che la stagionalità turistica di Alghero, notoriamente famosa in Sardegna per la eccezionale durata di almeno 6 mesi, debba, in prospettiva, essere ridotta a due mesi di lavoro o poco più.

Al secondo punto : la interpretazione che dovrebbe essere data a questa ipotesi è che la città ed il territorio non siano in grado di rispondere alle esigenze turistiche. In questo caso il riferimento cade molto vicino ai due Sindaci presenti alla riunione : quello di Alghero e quello di Sassari, che non dovrebbero rimanere indifferenti rispetto a questa considerazione, anche se, purtroppo, vera.

Ma l’addebito di scarsa attrattività riguarderebbe anche la struttura ricettiva e dell’accoglienza, cioè l’imprenditoria del settore, che, onestamente, ne verrebbe fuori “cornuta” e “mazziata”. Con ciò non intendo minimamente dire che non ci siano lacune e responsabilità anche su questo versante, ma affermare che ciò abbia potuto originare la recente crisi che ruota intorno all’aeroporto di Alghero significherebbe davvero stravolgere l’intera situazione.

Non intendo ritornare molto indietro nel tempo. Dopo anni di crisi altalenanti, finalmente il 2015, sotto il profilo turistico, è stato l’anno speciale, da registrare negli annali della storia, da prendere come riferimento. Se osserviamo il fenomeno, ritengo che si possa affermare che in quell’anno sono venuti a compimento e si sono perfettamente coniugati due fenomeni :

a)     Il sistema dei collegamenti aerei, parzialmente riferibili al territorio nazionale, e molto di più alle destinazioni/provenienze internazionali, che hanno portato persino a modificare le percentuali di tipologia di presenza, che sono arrivate a far prevalere la clientela straniera sulla clientela nazionale, ribaltando la tendenza di sempre. Questo sistema di collegamenti, maturato in diversi anni, è riuscito finalmente a soddisfare le esigenze sociali del territorio e a saturare le ricettività del settore turistico, sia quelle classificate, sia quelle meno ufficiali, contribuendo in maniera assolutamente importante ed irrinunciabile ad incrementare lo sviluppo sociale ed economico del territorio.

b)     Il sistema turistico, composto da ricettività, esercizi pubblici, servizi complementari e dell’accoglienza, è stato certamente all’altezza di rispondere alla aumentata richiesta turistica, pur nei suoi noti limiti. I risultati positivi della stagione hanno incoraggiato la classe imprenditoriale a programmare immediatamente interventi migliorativi (ancor più che incrementativi), guardando ad un futuro migliore, che sembrava – ormai – a portata di mano, con risultati ripetibili nel tempo

Poi, improvviso, il susseguirsi di eventi negativi, imprevedibili, dannosi, gestiti male, non solo tardivamente, forse volutamente, hanno fatto ripiombare nello sconforto e nell’solamente il territorio ed il suo tessuto economico e sociale.

Ora, dalla cattedra, ci viene “spiegato” che fra i responsabili della crisi c’è l’impreparazione della classe imprenditoriale locale, che ha determinato la scarsa attrattività della destinazione turistica, non investendo quanto sarebbe stato – invece – necessario per creare “appeal”.

Ma da quali utili dovrebbero essere giustificati questi nuovi investimenti ?

Da quelli  non prodotti nella stagione turistica 2016 ?

Oppure è sufficiente incrementare le esposizioni bancarie, al fine di poter garantire il …. suicidio?

Tutti ci domandiamo con ansia quando le Amministrazioni responsabili si decideranno a tirare fuori dal freezer l’aeroporto di Alghero.

Speriamo che ciò non accada quando la cosa non sarà più utile ai molti (economia del territorio), ma solamente ai pochi registi di questa triste vicenda.

Andrea Delogu (Forza Italia Alghero)

9 Febbraio 2017